Il miliardario George Soros ha affermato che il coronavirus potrebbe portare alla fine dell’Ue perché è quella che ha definito “un’unione incompleta”. Soros ha espresso i suoi dubbi sulla sopravvivenza dell’istituzione in quanto “unione incompleta” e ha citato la sentenza della Germania sulla Banca centrale europea come motivo di preoccupazione, riporta Daily Mail.
Il 90enne ha anche ipotizzato che la pandemia globale potrebbe porre fine al capitalismo così come lo conosciamo. La scorsa settimana, mentre le preoccupazioni per la governance italiana e spagnola colpivano i mercati europei, George Soros ha aggiunto ulteriore pessimismo.
“Abbiamo avuto pandemie di malattie infettive sin dalla peste bubbonica. Erano abbastanza frequenti nel diciannovesimo secolo, e poi abbiamo avuto l’influenza spagnola alla fine della prima guerra mondiale, che si è effettivamente verificata in tre ondate, con la seconda ondata la più mortale. Milioni di persone sono morte. Abbiamo avuto altri focolai gravi, come l’influenza suina solo un decennio fa. Quindi, è sorprendente vedere ancora oggi dei Paesi impreparati ad affrontare emergenze simili”, ha aggiunto Soros.
George Soros, Angela Merkel chiave per risolvere crisi europea
Non è la prima volta che George Soros lancia previsioni negative sull’Europa. A gennaio del 2015 a Davos, aveva parlato di un’Unione europea depressa, in disintegrazione e in deflazione accanto ad una “nuova Ucraina democratica”. Nel gennaio del 2016 aveva avvertito che l’Europa, per la crisi dei migranti era in “pericolo di cacciare la palla oltre la collina”, aggiungendo che il cancelliere tedesco Angela Merkel era la chiave per risolvere la crisi europea.
Soros, in un articolo pubblicato sul sito Project Syndicate, ha previsto tempi duri per le democrazie occidentali dopo la Brexit.
di Yahya Sorbello