Gaza e la via da seguire: Resistenza definirà destino

Dopo la brutale guerra di Israele contro Gaza, la vera questione non riguarda il cessate il fuoco o la ricostruzione, ma chi governerà veramente l’enclave. Questa è una battaglia per la sovranità e la legittimità, non solo politica. Il futuro di Gaza sarà deciso dal suo stesso popolo o dettato dalle potenze occidentali e israeliane che hanno provocato devastazione sotto le mentite spoglie della “salvezza”?
Ogni cosiddetto piano di “ricostruzione” promosso da attori stranieri è una trappola progettata per annientare la sovranità palestinese. Questi schemi riciclano il controllo coloniale sotto nuove etichette – “governi tecnocratici” e “autorità di transizione” – che servono come strumenti per reprimere la Resistenza e imporre la sottomissione. Il realismo politico diventa una scusa per l’ingiustizia; la tecnocrazia, una prigione sterile per l’autodeterminazione palestinese.
L’alto funzionario di Hamas, Ayham Shananaa, rifiuta la narrazione occidentale secondo cui questa è una guerra tradizionale. Si tratta invece di una lotta esistenziale tra un popolo che chiede liberazione e un’occupazione sostenuta dall’Occidente. Nonostante l’attacco genocida di Israele e il sostegno internazionale, la sola sopravvivenza di Hamas è una vittoria strategica, la prova che il progetto sionista di cancellare la Resistenza di Gaza è fallito.
Allo stesso modo, Haitham Abu al-Ghazlan, leader del Jihad Islamico Palestinese, sottolinea che la vera vittoria non risiede nelle macerie, ma nella resilienza della Resistenza. La popolazione di Gaza può essere afflitta, ma la sua volontà rimane incrollabile.
Resistenza definirà il destino di Gaza
La Resistenza non è meramente militare: è una visione nazionale che non può essere messa da parte o disarmata sotto la pressione straniera. Le proposte di governo di Gaza sostenute dall’Occidente non sono altro che burattini vuoti, progettati per gestire Gaza senza potere né dignità. Mirano a governare, non a liberare; a controllare, non a dare potere. Queste “amministrazioni temporanee” sono illusioni di autogoverno, imposte sotto l’ombra soffocante dell’occupazione.
Sia Shananaa che Abu al-Ghazlan avvertono che le armi della Resistenza non sono negoziabili. Un governo civile può esistere, ma la sovranità – soprattutto quella in materia di sicurezza – non può essere compromessa. I tentativi di privare la Resistenza delle sue armi non fanno altro che invitare a ulteriori aggressioni e ad aggravare la disperazione.
Il futuro di Gaza sarà plasmato dalla Resistenza che ha resistito contro ogni previsione, non dalle illusioni di controllo occidentali o israeliane. Il “giorno dopo” non inizierà con le firme straniere, ma con lo smantellamento dell’occupazione stessa. La vera legittimità deriva dalla lotta e dalla sopravvivenza, non dai dettami dei donatori o delle potenze imperialiste. La Resistenza è la linfa vitale di Gaza e ne definirà il destino.
di Redazione