Palestina

Gaza resiste alla catastrofe naturale e a quella “innaturale”

di Manuela Comito

Il Comitato Responsabile dell’Emergenza del governo di Gaza ha annunciato venerdì 13 novembre che almeno 49 persone sono rimaste ferite a causa della tempesta che ha investito il territorio della Striscia di Gaza in questi giorni. Il Presidente del comitato, Yasser Shanti ha dichiarato in una conferenza stampa indetta in serata che i 46 feriti lievi e i 3 feriti gravi sono la diretta conseguenza della devastazione causata dalla tempesta, secondo quanto riporta Ma’an. Ha aggiunto che la Commissione si è adoperata per cercare di ridurre i disagi della popolazione, cosa ardua viste le condizioni imposte dall’occupante, e che sono state tratte in salvo 150 famiglie nelle ultime 24 ore e si è provveduto a riparare le linee elettriche danneggiate dalla tempesta.

Il capo della Protezione Civile di Gaza, Youssef al-Zahar, ha dichiarato che 265 squadre di soccorso hanno lavorato incessantemente dell’inizio della tempesta per assicurare l’incolumità degli abitanti; 60 abitazioni danneggiate sono state evacuate e decine di case gravemente danneggiate dal vento sono state riparate. Al-Zahar ha invitato gli abitanti della Striscia a razionare il più possibile il carbone e la legna per il riscaldamento. La disponibilità di energia elettrica è scesa da 6 ore al giorno a 1- 2 ore e le famiglie di Gaza sono senza alcuna possibilità di proteggersi dal freddo record e dalle inondazioni. Intanto le strade si sono trasformate in fiumi di acque contaminate e, secondo gli ultimi aggiornamenti che riporta Press Tv, anche la Protezione Civile è in difficoltà per la mancanza delle attrezzature di soccorso.

Alla catastrofe naturale si aggiunge quella “innaturale” provocata dall’occupante israeliano che ha aperto le dighe a est della Striscia di Gaza provocando l’inondazione di molte aree residenziali dei villaggi adiacenti al territorio costiero, costringendo migliaia di residenti ad abbandonare le loro abitazioni. Le aree interessate dall’inondazione delle dighe sono Moghraqa e Deir el-Balah nel centro di Gaza. La protezione Civile di Gaza si è adoperata per evacuare più di 4 mila residenti nelle case allagate dopo che le autorità israeliane hanno aperto le dighe. E’ doveroso ricordare che gli abitanti della Striscia di Gaza vivono sotto un costante e criminale assedio da parte del governo di Tel Aviv dal 2006, che ha portato a un progressivo deterioramento delle condizioni e della qualità della vita; a ciò si aggiunge il fatto che da 45 giorni gli abitanti usufruiscono della corrente elettrica per sole 6 ore al giorno, ridotte a 1-2 nelle ultime 48 ore. La crisi energetica, unita al blocco israeliano e alla conseguente mancanza dei beni di prima necessità si sta tramutando sempre più velocemente in una crisi umanitaria senza precedenti.

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