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Gaza, quando le tende diventano tombe

L’incubo della morte per freddo è tornato a Gaza per il terzo anno consecutivo. Il Dott. Munir Al-Barash, Direttore Generale del Ministero della Salute di Gaza, ha lanciato l’allarme sulla situazione catastrofica che i rifugiati stanno affrontando a causa delle forti piogge e delle tempeste che hanno allagato le loro tende, affermando che il tragico scenario di bambini, anziani e pazienti che muoiono per il freddo estremo all’interno di tende allagate si sta ripetendo.

Il dott. Al-Barash ha dichiarato all’agenzia Anadolu: “Il genocidio rimane una caratteristica distintiva degli eventi a Gaza e ogni tempesta, pioggia e ondata di freddo rappresenta una minaccia diretta per i gruppi vulnerabili che vivono senza casa o riscaldamento in tende fatiscenti con i tetti crollati. L’aria fredda praticamente colpisce bambini, anziani e pazienti, causando forti brividi e problemi respiratori che alla fine portano alla morte, soprattutto data la crisi alimentare in corso a Gaza e il sistema immunitario della popolazione indebolito, in particolare tra i gruppi vulnerabili”.

Il funzionario sanitario ha sottolineato che l’umidità e l’acqua all’interno delle tende creano un terreno fertile per la polmonite e le infezioni respiratorie, mentre i pazienti non hanno accesso a medicinali o cure mediche.

Il Dott. Al-Barash ha spiegato: “Il freddo a Gaza non è semplicemente un fenomeno meteorologico; è un fattore aggiuntivo nell’equazione quotidiana della morte che minaccia centinaia di migliaia di persone, bisognose di un rifugio per proteggersi. Nel frattempo, il mondo osserva in vergognoso silenzio le sofferenze della popolazione assediata di Gaza che continuano tra carestia, bombardamenti e freddo estremo”.

Le famiglie vulnerabili di Gaza lottano per sopravvivere al freddo

Mahmoud Bassal, responsabile della Protezione Civile a Gaza, ha osservato che, a causa della tempesta e delle forti piogge in tutta la Striscia, nelle ultime 24 ore sono pervenute oltre 2.500 richieste di assistenza da parte di rifugiati le cui tende erano state allagate. Ha aggiunto che, con l’intensificarsi della tempesta, migliaia di tende dei rifugiati in diverse aree sono state sommerse, con i residenti già privi di beni di prima necessità.

L’incubo della morte per freddo torna a Gaza

Oltre 250mila famiglie sfollate in tutta Gaza stanno affrontando una catastrofe indescrivibile. Di notte, le grida dei bambini si mescolano al suono terrificante del vento che sferza le tende, mentre le famiglie faticano a tappare i buchi con sacchetti di plastica o panni bagnati, che non offrono alcuna reale protezione dal freddo.

Le immagini provenienti da Gaza mostrano rifugiati costretti a mettersi i materassi sulla testa per evitare le inondazioni, mentre altri hanno trascorso l’intera notte in piedi mentre il terreno si trasformava in una palude.

Speranze annegate nel diluvio

Il freddo e le inondazioni colpiscono tutti, ma i pazienti, gli anziani e i bambini sono i più colpiti. Le tende crollano una dopo l’altra, i supporti in legno si rompono sotto i forti venti e le strutture crollano sulle persone all’interno.

Mohammed Al-Khawaja, un rifugiato di Gaza, ha raccontato ad Al-Arabi Al-Jadeed: “Non sapevo dove mettere i piedi. La prima notte di pioggia, l’acqua è arrivata come un’inondazione e, a causa della forte pioggia e del vento, non sono riuscito a chiudere nessuna apertura. Ho radunato i miei cinque figli in un angolo della tenda, ma era tutto sott’acqua. Il momento più difficile è stato vedere il mio figlio più piccolo tremare per il freddo. Non c’era niente di asciutto che lo tenesse al caldo, e non potevo nemmeno accendere un fuoco per confortarlo. Non osavo battere ciglio per paura dell’incolumità della mia famiglia. La tempesta e i suoi avvertimenti hanno riacceso quella paura dentro di noi”.

Il disastro non si limita ai danni materiali, ma ha avuto gravi ripercussioni sulla salute mentale dei rifugiati, lasciandoli completamente impotenti e con il timore di ulteriori piogge.

di Redazione

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