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Gaza: quale pace?

Per capire bene in che condizioni si trova la Striscia di Gaza è opportuno leggere le dichiarazioni di Kushner e Witkoff: “A Gaza sembra esplosa una bomba atomica”.

La pace che non esiste

L’esercito sionista si è ritirato dietro la fantomatica “Linea verde”, il punto è che nessuno conosce la reale ubicazione di questa linea, non la conoscono i palestinesi, non la conoscono gli israeliani. L’unica certezza è che i carri armati sparano all’impazzata. Venerdì 17 ottobre, un veicolo civile procede lentamente, tra le dune, tra le macerie. Sono centinaia di migliaia i palestinesi che stanno cercando di ritornare nelle loro abitazioni o di quello che ne resta. Un carro armato prende di mira la vettura e spara. L’auto viene distrutta, i resti dei passeggeri sono sparsi per strada, sul terreno rimangono sette minori tra cui quattro bambini di cinque, sei, otto e dieci anni; oltre a loro tre donne e un uomo.

Dall’inizio della finta tregua, Israele ha ammazzato un centinaio di palestinesi, l’accusa? Sempre la solita: “Si sono avvicinati alla linea gialla”. L’esercito israeliano continua a colpire con droni e carri armati, oltre ad utilizzare la fame come strumento di guerra.

Il leader israeliano Netanyahu ha dichiarato che il valico di Rafah resterà chiuso sino a quando Hamas non consegnerà tutti i corpi degli ostaggi ancora presenti nella striscia. Quel valico è di fondamentale importanza per garantire l’accesso di cibo, medicine e carburante. Nemmeno l’intervento di Trump è servito, i termini vengono puntualmente disattesi da Tel Aviv, al contrario, per Washington, Hamas sta facendo il possibile per riconsegnare i corpi ed è stata la stessa Washington a proporsi come aiuto per ritrovare i cadaveri. A complicare le cose è Tel Aviv che non facilita l’accesso dei mezzi e del personale.

Situazione tragica a Gaza

Sarebbero 170mila i feriti che necessiterebbero di cure che non possono essere praticate nella Striscia, questo è quanto afferma la Società di Soccorso Medico. Una situazione molto lontana da poter definire pace.

di Sebastiano Lo Monaco

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