Gaza, Oms sollecita protezione dei paramedici
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha chiesto la protezione dei paramedici e delle strutture mediche palestinesi nella Striscia di Gaza, in seguito agli incidenti avvenuti lungo il recinto che separa l’enclave costiera assediata e i territori occupati da Israele.
L’Oms ha dichiarato sabato di aver registrato 446 attacchi senza precedenti contro operatori sanitari nella Striscia di Gaza da quando le proteste anti-occupazione (Marce del Ritorno) sono iniziate lo scorso anno. Questi attacchi hanno provocato la morte di tre operatori sanitari e il ferimento di altri 731. Un totale di 104 ambulanze e sei altri mezzi di trasporto sanitario, oltre a cinque strutture sanitarie e un ospedale, sono state danneggiate dall’esercito israeliano.
L’Oms ha inoltre osservato che gli operatori sanitari hanno incontrato ostacoli sostanziali per svolgere il proprio lavoro in quanto possibili bersagli e il loro soccorso ai manifestanti feriti è stato ostacolato dai militari israeliani. Inoltre, essere testimone di tali eventi potrebbe influenzare significativamente la salute mentale degli operatori sanitari e il loro lavoro.
Da oltre un anno, ogni venerdì i palestinesi organizzano le Marce del Ritorno lungo il confine di Gaza per protestare contro l’assedio nell’enclave e chiedere il diritto per i rifugiati di tornare alle loro case fuggiti durante la creazione di Israele del 1948. Più di 270 palestinesi sono stati uccisi dalle forze militari israeliane da quando la protesta anti-occupazione ha avuto inizio nella Striscia di Gaza il 30 marzo 2018. Oltre 16mila palestinesi hanno subito ferite.
Gli scontri di Gaza hanno raggiunto il loro picco il 14 maggio 2018, alla vigilia del 70° anniversario del Nakba Day (Giorno della Catastrofe), coinciso con la decisione degli Stati Uniti di trasferire la propria ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme Est.
Le risoluzioni Onu non valgono per Israele
Il 13 giugno 2018, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione, patrocinata dalla Turchia e dall’Algeria, che condannava Israele per la morte di civili palestinesi nella Striscia di Gaza. La risoluzione, che era stata presentata a nome dei Paesi arabi e musulmani, ha raccolto una forte maggioranza di 120 voti nell’Assemblea composta da 193 membri, con 8 voti contrari e 45 astenuti.
La risoluzione invitava il Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres a presentare proposte entro 60 giorni “su modi e mezzi per garantire la sicurezza, la protezione e il benessere della popolazione civile palestinese sotto l’occupazione israeliana”, comprese le raccomandazioni relative a un meccanismo di protezione internazionale”. La risoluzione includeva anche “provvedimenti immediati per porre fine alla chiusura e le restrizioni imposte da Israele al movimento e all’accesso da e verso la Striscia di Gaza”. Dalla sua illegale fondazione, l’entità sionista non ha mai rispettato nessuna risoluzione delle Nazioni Unite. Il tutto grazie alla vile complicità della comunità internazionale.
di Giovanni Sorbello