Dopo oltre 15 mesi di bombardamenti continui, massacri e atrocità, una inarrestabile marea umana si è messa in cammino per fare ritorno a casa, o meglio, nelle macerie che restano delle proprie case. Oltre 300mila palestinesi sfollati sono tornati nel nord di Gaza, dopo l’entrate in vigore di un fragile cessate il fuoco.
Queste 300mila anime sono tornate nelle zone settentrionali attraverso le vie al-Rashid e Salah al-Din. Questo avviene dopo 471 giorni di genocidio commesso dall’esercito di occupazione israeliano. La guerra ha causato la morte di oltre 47.300 palestinesi e ha devastato gran parte del territorio.
Oltre il 90% delle infrastrutture è stato distrutto o danneggiato. I rimpatriati e gli attuali residenti hanno bisogno di 135mila tende e roulotte. Ci auguriamo che la comunità internazionale, le agenzie delle Nazioni Unite e le nazioni arabe faciliteranno la fornitura di risorse essenziali per il riparo e la sopravvivenza.
Nonostante la devastazione, i palestinesi e i loro sostenitori hanno definito il cessate il fuoco una vittoria, sottolineando l’incapacità dell’esercito israeliano di raggiungere i suoi obiettivi chiave. Israele ha totalmente fallito nel tentativo di smantellare i gruppi della Resistenza a Gaza, di recuperare i prigionieri e di costringere la popolazione di Gaza a un esodo di massa nel vicino Egitto. L’arroganza e il terrore non vinceranno mai contro la Fede.
di Redazione
