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Gaza: morti carbonizzati per ripararsi dal freddo e dal blocco israeliano

di Giovanni Sorbello

Quella che vi raccontiamo è solo una delle tante storie di disperazione e crudeltà che si consumano davanti al silenzio di un complice e colpevole Occidente.

Due bambini palestinesi sono morti ieri sera dopo che un incendio ha completamente distrutto la loro casa nella Striscia di Gaza. Amr Mohamed al-Habil di appena cinque anni e suo cugino Khaled, di 4, sono morti carbonizzati nel devastante incendio che è scoppiato improvvisamente nella loro casa, nel campo profughi di Shati. Un altro membro della famiglia, Mohamed Khaled al-Habil di 22 anni è rimasto gravemente ferito.

Il portavoce per la Difesa Civile, Mohamed al-Maydana ha riferito che il fuoco è stato causato da una candela accesa in casa della famiglia al-Habil. Nelle abitazioni della Striscia spesso si utilizzano le candele sia per far luce che per combattere il freddo. Le conseguenze devastanti dell’ultima aggressione israeliana, l’avvento di un gelido inverno e il perdurare del blocco imposto da Israele su ogni tipo di fornitura ha reso infernale la vita per gli abitanti di Gaza.

A causa del blocco delle forniture di carburante l’unica centrale elettrica rimasta attiva nella Striscia, può fornire ad ogni famiglia appena quattro ore di elettricità al giorno. Per evitare questa ennesima tragedia sarebbe bastato permettere a degli innocenti di usufruire delle condizioni elementari per potersi riscaldare, come dovrebbe accadere in ogni parte di questo assurdo e crudele mondo. Israele permettendo.

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