Medio Oriente

Siria-Iran, lunga vita alla Resistenza

Siria – Più di dieci anni fa, quando il rumore dei proiettili dei terroristi giunse nei pressi del palazzo presidenziale di Damasco, anche i più ottimisti pensarono che il regno di Bashar al-Assad fosse giunto alla fine. L’America, l’Europa e diversi Paesi arabi, affermarono che Assad doveva andarsene.

Emersero voci secondo cui Assad era fuggito in un altro Paese. Alcuni personaggi politici e persino alti comandanti militari della Siria fuggirono e formarono un governo all’estero. La maggior parte del territorio siriano era sotto il controllo dei nemici della Siria e si stavano preparando per una celebrazione della vittoria per eliminare uno degli anelli chiave dell’Asse della Resistenza.

Resistenza ha cambiato l’equazione

Anche in Iran, alcuni credevano che avrebbero dovuto fare i conti con la nuova realtà in Siria. Ma i combattenti della Resistenza hanno cambiato l’equazione con il loro coraggio. La vittoria della Siria contro il piano dei nemici è dovuta alla perseveranza e al sacrificio di molti individui; da Bashar al-Assad all’esercito siriano, le Forze di Difesa del Popolo, e combattenti di diversi paesi come Iran, Libano, Iraq, Afghanistan e Pakistan che hanno combattuto sotto il comando del generale Qassem Soleimani.

Il generale Soleimani ha svolto un ruolo chiave nella vittoria della Siria sui suoi nemici. Ha trascorso più di due ore a negoziare con Putin al Cremlino e ha spiegato a Mosca le conseguenze della caduta della Siria. La cooperazione dell’Iran e della Russia in Siria è stata molto dolorosa e costosa per l’America e ancora di più per il regime israeliano. Hanno usato ogni strumento per indebolire questa cooperazione, dalle misure militari e politiche alle menzogne ​​mediatiche.

La vittoria della Siria sui terroristi non è stata solo la vittoria di Assad e sta avendo effetti oltre i confini della Siria. Hezbollah è diventato una potenza regionale e gli israeliani lo hanno compreso meglio di chiunque altro. La guerra contro i terroristi ha portato alla formazione di un esercito multinazionale di combattenti della Resistenza. Questo esercito è stato messo alla prova in questa guerra. L’importanza di un tale esercito non è solo legata ai suoi risultati tangibili, ma anche ai suoi risultati deterrenti. Tel Aviv, che un tempo pensava che la guerra in Siria avrebbe portato a un indebolimento del movimento di Resistenza, ora si vede assediata.

La Siria è più forte che mai

Bashar al-Assad, un uomo che tutti dicevano “deve andare via”, non solo non è andato, ma anche i suoi avversari di ieri gli stanno ora stendendo il tappeto rosso e lui non è nemmeno disposto a cedere a una loro condizione per ripristino dei rapporti. La Siria oggi è più forte che mai.

Tutto questo grazie alla Resistenza. La Siria e i suoi pochi sostenitori hanno pagato un prezzo pesante per la Resistenza, ma hanno anche ottenuto una grande vittoria. Se quella Resistenza non fosse esistita, il costo sarebbe stato molto più pesante per tutti e ovviamente non ci sarebbe stata alcuna vittoria.

La visita del presidente Ebrahim Raisi a Damasco, è un passo verso il completamento della vittoria. La Siria sta affrontando profondi problemi a causa di un decennio di guerra e ha bisogno di ricostruire. Alcune zone del Paese sono ancora sotto il controllo dei terroristi, e gli americani hanno una presenza illegale nel nord-est del Paese e rubano il petrolio siriano. Nella cooperazione Teheran-Damasco si è aperto un nuovo capitolo e ci sono molte strade inesplorate, in particolare in ambito economico e culturale.

Mohammad Sarfi, caporedattore Teheran Times

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