Palestina

Gaza, l’80% dei bambini soffre di depressione

Quattro bambini su cinque a Gaza soffrono di stress emotivo, a causa di 15 anni di blocco e assedio da parte del regime sionista, afferma Save the Children.

Il regime di occupazione ha imposto il blocco nel giugno 2007. Israele e l’Egitto continuano a limitare severamente il flusso di persone e materiali in entrata e in uscita. In un rapporto intitolato “Trapped”, Save the Children ha affermato che la salute mentale dei bambini di Gaza continua a peggiorare.

Dal 2018, il numero di segnalazioni di sintomi di “depressione, dolore e paura” è aumentato dal 55% all’80%, afferma il rapporto. Jason Lee, direttore di Save the Children per i Territori Palestinesi Occupati, ha dichiarato: “I bambini con cui abbiamo parlato per questo rapporto hanno descritto di vivere in uno stato perpetuo di paura, preoccupazione, tristezza e dolore, in attesa che scoppi il prossimo round di violenza e incapaci di dormire o concentrarsi”.

“L’evidenza fisica del loro disagio – pipì a letto, perdita della capacità di parlare o di completare i compiti di base – è scioccante e dovrebbe servire da campanello d’allarme per la comunità internazionale. I bambini costituiscono quasi la metà della popolazione di Gaza di 2,1 milioni. Circa 800mila giovani nel territorio non hanno mai conosciuto una vita senza il blocco”, riporta Save the Children.

Il regime occupante ha combattuto quattro guerre con i palestinesi a Gaza dal 2007, l’ultima nel maggio 2021.
Il blocco rimane sostanzialmente invariato, ai palestinesi generalmente viene impedito di lasciare Gaza attraverso il valico di Erez.

Gaza è una prigione a cielo aperto

Gli abitanti di Gaza devono anche affrontare enormi ostacoli all’uscita dal valico di Rafah verso l’Egitto.
In una dichiarazione in occasione dell’anniversario del blocco, Human Rights Watch ha affermato che “Israele, con l’aiuto dell’Egitto, ha trasformato Gaza in una prigione a cielo aperto”.

Il direttore di Hrw per la Palestina, Omar Shakir, ha dichiarato all’Afp: “I giovani devono affrontare il peso maggiore del blocco. I loro orizzonti sono forzatamente ridotti a una striscia di terra di 40 x 11 chilometri e ciò impedisce loro di interagire con il mondo”.

di Redazione

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