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Gaza, Israele impedisce ai bambini malati di ricevere cure

Il quotidiano israeliano Haaretz ha riportato domenica che, dallo scoppio della guerra nella Striscia di Gaza, Israele ha impedito ai pazienti in pericolo di vita di essere trasferiti negli ospedali della Cisgiordania e di Gerusalemme Est per ricevere cure mediche. Il quotidiano ha sottolineato che durante la guerra, l’esercito israeliano ha ampiamente distrutto le infrastrutture sanitarie di Gaza, rendendo di fatto impossibile l’accesso a cure salvavita.

Secondo il rapporto, i due ospedali oncologici specializzati di Gaza – l’Ospedale Europeo e l’Ospedale Turco – sono stati chiusi. Di conseguenza, bambini e adulti affetti da cancro non hanno praticamente accesso alle cure e molti sono lasciati in attesa della morte in condizioni di estremo dolore e sofferenza.

Haaretz ha citato la dott.ssa Khadra Salameh, oncologa pediatrica presso l’Augusta Victoria Hospital di Gerusalemme Est, che ha affermato: “Nelle ultime settimane, io e i miei colleghi siamo stati costretti a guardare da lontano la morte di bambini che potevano essere salvati, ma a cui Israele ha impedito di ricevere cure”.

Tre bambini, tre morti evitabili

In una testimonianza scritta, il dott. Salameh ha fatto riferimento ai casi di tre bambini:

  • Ghazal, un bambino di sei anni affetto da leucemia acuta;
  • Hiyya, una bambina affetta da cancro ai reni;
  • Yousef, un dodicenne a cui è stato diagnosticato un linfoma al torace. Secondo Salameh, tutti e tre i bambini sono morti dopo aver sopportato forti dolori, nonostante un ospedale situato a poche decine di chilometri da Gaza fosse pronto a ricoverarli e curarli. “Si trattava di malattie completamente curabili”, ha scritto. “Il ritardo nel trattamento equivaleva a una condanna a morte per questi bambini”.

Haaretz ha sottolineato che questi tre casi rappresentano solo una frazione degli oltre 16mila pazienti, tra cui malati di cancro, persone con malattie gravi e feriti, che necessitano urgentemente di un’evacuazione medica da Gaza.

Il quotidiano ha osservato che Israele ha consentito solo a un numero limitato di pazienti di lasciare Gaza per curarsi in Paesi terzi, un processo descritto come lento, costoso e molto complicato, appesantito da pesanti procedure burocratiche negli Stati riceventi.

Secondo Haaretz, il modo più rapido ed efficace per salvare migliaia di vite sarebbe quello di consentire il trasferimento dei pazienti negli ospedali palestinesi in Cisgiordania e a Gerusalemme Est, strutture situate a circa un’ora di distanza da Gaza e da tempo integrate nel sistema sanitario al servizio della popolazione di Gaza. Ciononostante, Israele ha categoricamente respinto questa opzione fin dall’inizio della guerra.

Sforzi legali falliti

Il rapporto afferma inoltre che circa un mese fa, cinque organizzazioni per i diritti umani hanno presentato un ricorso urgente alla Corte Suprema israeliana. Tuttavia, come in altri casi umanitari relativi a Gaza, i giudici hanno scelto di rinviare l’esame del caso.

Haaretz ha aggiunto che, anche dopo l’istituzione di un cessate il fuoco, avvenuta più di tre mesi fa, Israele ha continuato a bloccare l’ingresso di attrezzature mediche, tende di emergenza e la libera attività delle organizzazioni umanitarie, impedendo al contempo ai medici di entrare a Gaza. Il quotidiano ha descritto queste azioni come una chiara violazione della legge, dell’etica e della logica umana di base.

Gaza, avvertimenti da parte delle organizzazioni internazionali

In questo contesto, Mohammed Javid Abdulmunem, direttore di Medici Senza Frontiere, ha dichiarato la scorsa settimana che le condizioni di lavoro del personale medico a Gaza restano “estremamente difficili” e che il volume degli aiuti che entrano nel territorio è gravemente insufficiente.

Hani Slem, coordinatore dell’organizzazione per le evacuazioni mediche, ha dichiarato all’Agence France-Presse che il numero di pazienti accettati finora dagli altri Paesi è “solo una goccia in un oceano di necessità”.

Secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, dallo scoppio della guerra, il 7 ottobre 2023, più di 8mila pazienti sono stati evacuati da Gaza. Tuttavia, oltre 16.500 pazienti necessitano ancora di cure fuori dal territorio, una cifra che, secondo i medici, potrebbe in realtà essere da tre a quattro volte superiore.

di Redazione

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