Gaza e la “fame progettata”

La carestia che imperversa a Gaza non è un effetto collaterale della guerra. È il risultato di un piano deliberato e pubblicamente dichiarato, volto a sfollare gli abitanti di Gaza, affamando l’intera popolazione.
Non si tratta di un disastro naturale: è la sistematica negazione dell’accesso al cibo in una minuscola striscia di terra affamata. La fame viene usata come arma: per spezzare la volontà della gente, costringerla alla resa, punirla collettivamente e attuare una pulizia etnica.
Il sistema alimentare di Gaza è completamente distrutto: panetterie bombardate, fattorie rase al suolo, pescherecci bruciati, bestiame ucciso, magazzini rasi al suolo, negozi svuotati e camion degli aiuti bloccati o respinti. E il “democratico” Occidente?

di Redazione