A Gaza quattro ore di elettricità al giorno
Come se non bastassero raid aerei e assedio da parte del regime israeliano, i palestinesi nella Striscia di Gaza sono alle prese con frequenti interruzioni di corrente elettrica in un periodo in cui le temperature sono in costante aumento. I residenti di Gaza ricevono elettricità solo quattro ore al giorno, causando la chiusura dei servizi vitali.
Bombardamenti e confini sigillati hanno ridotto questa striscia di terra in un grande campo di concentramento a cielo aperto. Un campo di concentramento “non condannato” dalla storia e dalla comunità internazionale, dove ormai si muore per nulla, anche per una semplice malattia. Ma per le cosiddette democrazie occidentali va bene così.
Alle condizioni disumane a cui sono costretti a vivere i gazawi, bisogna considerare anche i massacri sistematici attuati dal regime israeliano. L’ultimo risale a poche settimane fa, quando migliaia di palestinesi hanno iniziato una marcia verso i confini orientali della Striscia di Gaza con i territori palestinesi occupati, per protestare contro il trasferimento dell’ambasciata Usa a Gerusalemme in occasione dell’anniversario dell’occupazione della Palestina, il Nakba Day.
Gaza al collasso
Il Comitato Internazionale della Croce Rossa ha annunciato l’invio di due squadre di chirurghi specialisti e grandi quantità di forniture mediche nella Striscia di Gaza per supportare le strutture sanitarie locali oramai al collasso, per il trattamento delle complesse e sospette lesioni derivanti dai proiettili sparati dai soldati israeliani nelle ultime settimane. Robert Mardini ha aggiunto che l’organizzazione sta inviando due chirurghi per aiutare i medici dell’ospedale Shifa di Gaza.
In un’intervista con i media, Mardini ha spiegato che il motivo principale che ha spinto l’organizzazione internazionale ad espandere la propria attività nel settore della sanità a Gaza è per “gli oltre 13mila palestinesi feriti, dei quali 3.600 in modo grave”, aggiungendo che la Croce Rossa stabilirà un’unità chirurgica con ulteriori 50 posti letto per gli interventi di emergenza. Egli ha sottolineato che “tra 1200 e 1.400 palestinesi feriti hanno bisogno di circa 4mila interventi chirurgici”, spiegando che “la necessità di questa quantità di operazioni è a causa delle ferite complesse” causate dai proiettili israeliani.
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di Giovanni Sorbello