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Gaza, disinnescati 1.200 ordigni israeliani inesplosi

Un totale di 1.200 missili inesplosi, oltre a proiettili di carri armati e di artiglieria, sparati dalle truppe sioniste durante la loro recente aggressione contro la Striscia di Gaza, sono stati disinnescati.

Squadre di ingegneri esplosivi continuano a smaltire ciò che resta degli ultimi bombardamenti sionisti in diverse regioni dell’enclave, ha riferito il ministero degli Interni di Gaza all’agenzia Anadolu. 

Il regime di occupazione blocca l’ingresso dei dispositivi di protezione utilizzati dalle squadre di artificieri nella Striscia di Gaza e questo ha reso il lavoro più difficile. 

Il regime sionista ha dovuto cedere a una tregua dopo le raffiche di attacchi di rappresaglia delle forze della Resistenza palestinese e porre fine ai suoi 11 giorni di bombardamenti sulla Striscia di Gaza.

Se le bombe sganciate dal regime sionista fossero esplose in quel momento, avrebbero causato un massacro nelle aree vicine.
Evidenziando le cattive condizioni di lavoro, il ministero ha invitato gli organismi internazionali, come il Comitato internazionale della Croce Rossa, a monitorare il lavoro sul campo e a fornire le attrezzature necessarie.

Gli attacchi del regime sionista su Gaza e in Cisgiordania hanno ucciso oltre 250 persone, tra cui donne e bambini, e hanno lasciato dietro di sé una scia di distruzione. Tra le strutture colpite c’erano centri sanitari, uffici stampa e scuole.

di Redazione

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