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Cessate il fuoco: dieci punti della Resistenza palestinese

Il governo egiziano in carica non è certo un interlocutore fidato per la resistenza palestinese. Al-Sisi ha dichiarato guerra alla Fratellanza Musulmana e oggi tenta di imporre ai palestinesi una resa totale all’occupazione israeliana. La tregua proposta dal mediatore egiziano si dimentica di interpellare una delle due parti. “I contenuti della tregua egiziana li apprendiamo dalla stampa, e tuttavia li respingiamo poiché equivalgono al diktat di una resa assoluta all’occupazione sionista”, fanno sapere Hamas e il Jihad Islamico.

Nonostante ciò, a poche ore dal rifiuto di una bozza di accordo per il cessate il fuoco, la resistenza palestinese risponde con una proposta di 10 punti “mai posti prima d’oggi”, stando alle prime indiscrezioni in campo egiziano. La sospensione di qualsiasi violenza da entrambe le parti, ma soprattutto una non ingerenza da parte israeliana negli affari interni alla Palestina, il diritto a disporre del proprio territorio (le frontiere) e a gestirne l’economia, pur ripartendo ogni volta dalle macerie della guerra israeliana e di un interminabile blocco internazionale, illegalmente voluto da Israele. Ecco i dieci punti presentati da Hamas e dal Jihad Islamico all’Egitto, in queste ore al vaglio:

1. Stop alle ostilità da entrambe le parti con il ritiro dei carri armati israeliani e il ripristino della normalità sui confini di Gaza come nelle campagne, affinché gli agricoltori palestinesi tornino a lavorare le terre;

2. Il rilascio di tutti i prigionieri palestinesi catturati da Israele prima del 23 giugno 2014, il miglioramento delle condizioni dei detenuti, soprattutto dei palestinesi provenienti da Gerusalemme, Striscia di Gaza e dai Territori palestinesi occupati nel 1948;

3. Rimozione totale del blocco su Gaza, apertura delle frontiere per il libero transito di persone e merci, dei beni alimentari e quelli per la (ri)costruzione. Permettere il funzionamento della centrale elettrica di Gaza;

4. Permettere l’operatività di porto e aeroporto internazionali di Gaza sotto la supervisione Onu e di Paesi neutrali;

5. Portare le miglia per la pesca a 10km dalla costa di Gaza, sia per i piccoli pescatori, sia per le navi;

6. Fare di Rafah una frontiera internazionale sotto la supervisione Onu, dei Paesi arabi e di Paesi amici;

7. Una tregua decennale sotto la supervisione di osservatori internazionali sulle frontiere;

8. Israele non deve entrare nelle aree palestinesi e deve permettere ai fedeli di accedere alla moschea di Al-Aqsa;

9. Israele deve restare al di fuori degli affari di governo palestinesi e deve smettere di ostacolare la riconciliazione nazionale palestinese;

10. Permettere il ripristino delle attività delle zone industriali sui confini, delle quali si richiede pure protezione e sviluppo.

di Elisa Gennaro

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