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Gaza, in attesa della morte

Ma cosa stiamo facendo veramente per fermare la mattanza a Gaza? Pensate che la distanza ci liberi dalle responsabilità? Che essere lontani ci permetta di continuare a vivere indisturbati? Credete che se chiudiamo gli occhi alle immagini, il massacro in qualche modo cessi di esistere?

Riusciamo anche solo a immaginare cosa si provi a sedersi tra le macerie, affamati, assetati, malati, in attesa che giunga la morte nella sua forma più brutale, sapendo che il mondo guarda e non fa nulla?

Ma c’è una cosa che sappiamo: non smetteremo mai di puntare il dito contro ogni Paese complice, ogni istituzione corrotta, ogni re, presidente, politico, organo di stampa e “celebrità” che protegge i carnefici con il silenzio.

Non perdoneremo mai coloro che si professano credenti, soprattutto coloro che si dichiarano musulmani, ma voltano le spalle a Gaza mentre giustificano i governanti fantoccio che si rifiutano di agire, che si rifiutano di proteggere i bambini, di sfamare gli affamati e di curare i feriti.

Che vergogna respirare liberamente mentre uomini, donne e bambini innocenti soffocano in diretta televisiva, ansimando per l’ultimo respiro, mentre ti nascondi dietro l’impotenza come scusa. Vergogna all’umanità. A ognuno di noi, fino all’ultimo. E ricordiamoci tutti: Gaza rimarrà per sempre il marchio indelebile della vergogna impresso a fuoco sulle nostre esistenze.

di Redazione

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