Gaza, amore per la vita vince sulla morte

Striscia di Gaza – Da una piccola apertura dell’edificio in rovina, raso al suolo dopo che un aereo da guerra israeliano ha sganciato una bomba di fabbricazione americana, appare un bambino di non più di due anni, con solo alcuni tratti del viso visibili. Lo circondano familiari e squadre di difesa civile. Cerca di emettere un suono per esprimere ciò che sente, ma la sua giovane età gli rende difficile trasmettere le sue emozioni agli altri.
Sugli schermi televisivi emergono voci israeliane, come quella del ministro delle Finanze Bezalel Smotrich e dell’ex ministro dell’Esercito Yoav Gallant, che sostengono che i bambini palestinesi non sono umani e che amano la morte e odiano la vita, pertanto non hanno diritti in quanto esseri umani.
La scena del bambino intrappolato sotto le macerie non finisce; il suo viso innocente si rifiuta di sorridere in questo stato miserabile, forse perché non comprende la sua situazione. Eppure, allungando la sua piccola mano da quella minuscola apertura, è riuscito a comunicare al mondo ciò che non riusciva a dire con la lingua: sono un bambino che ama la vita… Desidero viverla con tutte le mie gioie, proprio come tutti i bambini del mondo.
Vivere la storia del loro Paese
La dott. ssa Wafa Abu Mousa, consulente psicologica con un dottorato di ricerca in supporto psicologico per bambini, afferma che i bambini di tutto il mondo imparano la storia dai libri nelle scuole, studiando un programma di studi su carta. Tuttavia, i bambini della Palestina vivono la storia del loro Paese momento per momento, sperimentando tutte le forme di aggressione contro di loro e la natura della vita che conducono.
Wafa spiega in un’intervista con la rete Al Jazeera che l’assedio in corso e le crisi ripetute creano bambini che hanno responsabilità e un obiettivo chiaro, sostenendosi a vicenda per diventare forti. Tuttavia, portano nel cuore una profonda ferita per la loro patria. Aggiunge che la realtà della guerra aggiunge ai bambini della Striscia di Gaza una dimensione sconosciuta ai bambini di altre parti del mondo, rendendoli consapevoli che quando la Palestina trionferà, ciò segnerà la fine della loro lunga lotta.
“Sentiamo panico e paura a causa del bombardamento; sono sentimenti naturali. Non siamo fatti di ferro; proviamo dolore come gli altri. Tuttavia, abbiamo la forza di affrontare e sopportare la sofferenza, insieme all’empatia e al sostegno sociale reciproco. Soprattutto, dimentichiamo tutti i nostri problemi personali in tempi di aggressione e guerra, unendo le nostre fila e il nostro obiettivo contro il nemico”.
Gaza, una vita che provoca il nemico
Le scene dei bambini della Striscia di Gaza in vari aspetti della loro vita incitano all’odio e al desiderio del nemico di eliminare questa generazione, che possiede uno spirito vibrante per la vita che l’occupazione cerca di estinguere con tutte le sue forze.
L’impazienza di questi bambini di abbracciare la vita e di sperimentarne la bellezza rappresenta una bomba a orologeria per l’occupazione, che la vede esplodere inevitabilmente di fronte alla sua arroganza. Coloro che amano la vita resistono all’umiliazione e creano gloria, il che contraddice il piano dell’occupazione basato sullo schiacciamento dei palestinesi di generazione in generazione.
Non importa quanto innocente possa sembrare un bambino, il solo fatto di essere palestinese è sufficiente per essere ritenuto meritevole di morte ed esecuzione agli occhi dei leader e dei politici dell’occupazione. Lo ha affermato di recente il diplomatico israeliano David Roet, ambasciatore israeliano in Austria, che ha chiesto “l’esecuzione dei bambini palestinesi” perché, a suo avviso, non sono civili.
Modellare il futuro
La consulente Wafa Abu Mousa afferma: “Vediamo figli di martiri dell’intifada del 1987 che sono cresciuti diventando giovani adulti responsabili per le loro famiglie. I bambini della Palestina creano la vita dal dolore e, nonostante tutto ciò che attraversano, vogliono crescere per aiutare i vicini, la famiglia e tutti coloro che soffrono. Quindi, si rivolgono all’istruzione; tutti in Palestina apprezzano l’istruzione come arma per combattere e primeggiare sul nemico”.
Sono trascorsi due anni di scuola durante la brutale guerra contro la Striscia di Gaza e i suoi bambini, ma questi bambini non sono stati come gli altri, frequentando regolarmente le loro lezioni; sono morti, feriti o sfollati, il che li porta a lamentare ciò che hanno perso in termini di apprendimento e coerenza accademica. Per loro, l’istruzione rappresenta un futuro che desiderano raggiungere, contrariamente a ciò che promuovono i criminali di guerra, affermando di non amare altro che la morte.
Gaza, esperienze che stimolano la consapevolezza
Nella Striscia di Gaza, i bambini stupiscono il mondo con il loro modo di pensare, le loro convinzioni e la loro eloquenza, come se fossero uomini forti e saggi, mentre in realtà sono solo bambini.
I bambini della devastata Striscia di Gaza vivono una vita completamente diversa da quella degli altri bambini nel mondo; crescono in fretta grazie alla consapevolezza e all’assorbimento della realtà che li circonda, e grazie alle esperienze che devono sopportare, in particolare le dolorose esperienze della guerra, che li rendono resilienti, coraggiosi e più consapevoli delle proprie responsabilità.
Proviamo simpatia per loro e proviamo dolore quando li vediamo piangere per una perdita o un infortunio. Eppure, vivono la vita nonostante tutte le difficoltà e le circostanze che l’occupazione ha posto sul loro cammino, e non si sono mai arresi.
Dal dolore, creano speranza; dall’avversità, si sforzano di evocare momenti di gioia. Perfino le macerie delle loro case si sono trasformate in un parco giochi dove scivolano sui tetti, come se prendessero in giro i loro assassini che hanno cercato di trasformare le loro vite in un inferno. “Vivremo nonostante te, e nel modo in cui vogliamo noi, non in quello che hai pensato per noi”, questi sono i bambini di Gaza.
di Redazione