Gaza, 11.500 bambini non andranno a scuola
Settembre è il mese che riporta i ragazzi dietro i banchi di scuola. Si tornano a rivedere gli amici, i compagni, si incontrano nuovamente gli insegnanti, si aprono i quaderni, si fa merenda insieme. Si fa comunità. Quanto detto non vale per la Striscia di Gaza che dal 7 ottobre 2023, quasi un anno ormai, non vive più nella normalità, semmai quella di prima si potesse definire tale.
A Gaza, la follia sionista di Netanyahu ha deciso di sterminare più gente possibile con la scusa di cercare “i capi di Hamas” che si nascondono ovunque, soprattutto nelle scuole e negli ospedali, perché è proprio lì che l’Idf ha puntato sin dal primo giorno. Distruggere scuole e ospedali è il primo passo per mettere in atto quello che nessuno ha il coraggio di denominare come genocidio. Il sistema scolastico è allo sfacelo: sono 625mila i bambini che stanno per perdere il secondo anno, tra questi vanno aggiunti i 45mila che avrebbero dovuto iniziare la prima elementare. “Hanno perso tutto: case, famiglia, amici, la routine,” questo ha affermato Adele Khodr, direttrice regionale dell’Unicef per il Medio Oriente.
A Gaza distrutto il 90% delle scuole
La maggior parte degli edifici scolastici è stato distrutto dai bombardamenti del regime sionista. Almeno 750 sono i morti tra gli impiegati del comparto dell’educazione, i feriti non si contano. A fare impressione sono i dati che riguardano i giovani in età scolastica che mancano all’appello: 11.500 sono quelli uccisi dal 7 Ottobre 2023, decine di migliaia quelli che hanno subito ferite fisiche e psicologiche.
Nel frattempo continuano i bombardamenti dell’aviazione sionista. Decine di vittime si registrano a Rafah, Gaza City, nei campi profughi di Nuseirat e Bureji. Dal 7 ottobre 2023, il sanguinario e disumano regime sionista ha causato la morte di 41.200 civili palestinesi.
di Sebastiano Lo Monaco