G8 di Genova, una vergogna senza fine
Genova 2001, il G8 a distanza di 19 anni continua a macinare vergogna e impunità, alla faccia di tutte le sentenze emesse in questi anni e soprattutto dinnanzi all’orrore che ha fatto il giro del mondo dimostrando come l’Italia, in quel frangente, si sia messa sotto i piedi tutti i diritti civili.
“La più grande violazione dei diritti umani del dopoguerra”, così sono stati definiti dalla Corte dei diritti dell’uomo i fatti che insanguinarono le strade di Genova in quel rovente luglio del 2001. In quei giorni, le forze dell’ordine attuarono un’autentica caccia all’uomo pestando senza pietà manifestanti pacifici, boyscout e membri delle Acli, ma lasciando agire indisturbati i famigerati “Black Block” che ebbero il benestare per devastare tutto quello che si trovavano dinnanzi. Ad oggi, nessun rappresentate dei “Black Block” risulta arrestato o fermato per quelle devastazioni.
Gli “eroi” del G8 promossi dal ministro Lamorgese
È notizia di questi giorni la promozione di alcuni funzionari della polizia di Stato che erano stati condannati per i fatti di Genova del 2001. Le promozioni sono state decise il 28 ottobre scorso dal ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese e dal capo della Polizia, Franco Gabrielli. Si tratta di due funzionari condannati in via definitiva in relazione alle gravissime violazioni dei diritti umani verificatesi durante il G8 del 2001.
Ci sono nomi e cognomi dell’ennesima vergogna tricolore, Pietro Troiani e Salvatore Gava entrambi condannati in via definitiva a tre anni e otto mesi più cinque anni di interdizione dai pubblici uffici. Le accuse sono le più infamanti per chi indossa una divisa: Troiani ha introdotto due bombe molotov all’interno della Scuola Diaz, quindi ha prodotto prove false, mentre Salvatore Gava ne attestava il ritrovamento affinché tale teatrino potesse giustificare la sanguinosa irruzione nell’edificio dove si trovavano manifestanti pacifici che stavano dormendo.
“Desta sconcerto il fatto che funzionari di polizia condannati per violazioni dei diritti umani restino in servizio e, anzi, vengano promossi a ulteriori incarichi”, ha dichiarato Gianni Rufini, direttore generale di Amnesty International Italia.
“In un periodo di grande tensione, nel quale sono bersaglio di azioni violente nelle strade italiane, le forze di polizia dovrebbero impegnarsi nel gestire le operazioni di ordine pubblico nel rispetto degli standard internazionali sui diritti umani. I loro dirigenti dovrebbero fare di tutto perché, proprio in momenti come questi, si rafforzi il rapporto di fiducia tra cittadini e forze di polizia. Decisioni come quelle del 28 ottobre rischiano al contrario di indebolirlo”, ha aggiunto Rufini.
Un’altra vergognosa pagina è stata scritta dalla politica italiani sui drammatici fatti del G8 di Genova.
di Sebastiano Lo Monaco