Fuoco infernale a Notre Dame: metafora dell’Occidente o cattivo karma?
Disperazione a Parigi per la distruzione della cattedrale di Notre Dame, il monumento più visitato d’Europa. Tutti gli schermi del mondo hanno immediatamente proiettato le immagini sconvolgenti del rogo. Che cosa resta di Notre Dame? Il fuoco metafora dell’Occidente in declino o karma negativo?
Cosa resta di Notre Dame
Impressionanti le immagini proiettate immediatamente su tutti gli schermi del mondo. La cattedrale di Parigi, uno dei simboli della cristianità, è stata paglia per le fiamme, mentre 400 vigili del fuoco lottavano con il rogo scoppiato alle 18,30 di lunedì. Solo verso le due notte il fuoco è stato dichiarato “completamente sotto controllo e parzialmente estinto”. Il tutto sotto gli occhi inorriditi dei parigini e del mondo intero che ha seguito gli sviluppi con trepidazione.
“La struttura è nel suo complesso salva, non collasserà. Bruciati i due terzi della copertura del tetto”, ha dichiarato il comando dei Vigili del fuoco di Parigi. Sono già persi i magnifici rosoni e la guglia e preghiamo per le volte. Anche la guglia di 45 metri è crollata e il rosone nord sembra avere tenuto.
Incidente? Dolo? Terrorismo?
L’ipotesi principale è una “distruzione involontaria per incendio”, secondo i preliminari della Procura di Parigi. L’incendio nella cattedrale è la notizia d’apertura nel mondo e quella principale della stampa francese. Le Figaro ha intitolato “Il disastro di Notre Dame”, Libération semplicemente “Notre Dame”, “Il cuore in cenere “ per La Croix, e le Parisien grida “Madonna delle lacrime”. La buona notizia è che solo un pompiere è rimasto ferito.
Naturalmente è ancora presto per discutere delle cause, ci aspettano probabilmente settimane di indagini e c’è la possibilità che non avremo mai la certezza di cosa sia realmente accaduto. Incidente? Dolo? Probabile che nelle prossime ore sui media mainstream si faccia ricorso a tutta l’ipocrisia di scorta per eludere la questione, ma è inutile girarci intorno o peggio vergognarci: il pensiero di molti è andato a un attacco di matrice terroristica.
Ne abbiamo esempi a cui forse non abbiamo prestato sufficiente attenzione. Le restanti rovine di Babilonia e il museo annesso sono stati occupati, saccheggiati e vandalizzati da una base navale statunitense durante l’operazione Shock and Awe nel 2003. Decine di chiese cattoliche e ortodosse in Siria sono state bruciate sul terreno dalla stessa setta intollerante che fingeva di seguire l’Islam con le spalle sponsorizzate e armate dagli Stati Uniti, dalla Gran Bretagna e dalla Francia.
Attacchi alle chiese francesi
Gli attacchi alle chiese francesi si contano a centinaia. Solo nel 2018 ne sono state vandalizzate 875, secondo le cifre diffuse dalla polizia francese (oltre mille stando a quanto riporta il Gatestone Institute, +17 per cento rispetto al 2017), e si contano 47 attacchi, anche incendiari, nel solo mese di febbraio di quest’anno. Il 17 marzo scorso un incendio, doloso, ha colpito proprio a Parigi la chiesa di St. Sulpice, una perla per il turismo massone a Parigi, affollata di turisti americani in cerca delle tracce del Codice da Vinci di Dan Brown. Notre Dame, la Matrice dell’Occidente, è consumata da un fuoco infernale. Soprattutto il tetto, centinaia di travi di quercia, alcune risalenti al 13° secolo, metafora delle teste dell’Occidente? Cattivo karma? C’è chi lo sostiene.
Le immagini del fumo, delle alte fiamme, della guglia che precipita nel rogo accanto ai volti dei parigini che pregano, cantano o piangono non possono non avere innescato nei credenti oscuri presagi di ritorno al Medioevo di un continente scristianizzato che ha rinunciato ai suoi valori, di un‘Europa che si vergogna di sé e che ripudia le sue radici.
Corsa alle donazioni per la ricostruzione
Ma torniamo alla realtà. Notre-Dame appartiene allo Stato francese, che ha prestato poca o nessuna attenzione a un gioiello gotico che ha attraversato otto secoli. Sarebbero stati necessari 150 milioni di euro per ripristinare l’intera cattedrale, secondo il massimo esperto mondiale di Notre Dame. Solo l’anno scorso Notre-Dame ha ottenuto un assegno di due milioni di euro per ripristinare la guglia – che è andata bruciata. Notre-Dame sopravvive essenzialmente sulle donazioni – che pagano gli stipendi di soli 70 dipendenti che hanno bisogno non solo di sorvegliare le masse di turisti, ma anche di organizzare otto messe al giorno. Quindi sì: Sarkozy e Macron, tutte le loro amministrazioni, sono direttamente e indirettamente responsabili del rogo.
Ed ecco che il giorno dopo il devastante rogo è corsa alle donazioni per ricostruire la cattedrale, pesantemente danneggiata. Sono scesi in campo magnati e colossi del lusso, tra cui la Total, ma anche i privati cittadini. Il presidente Emmanuel Macron ha annunciato il lancio di una campagna internazionale, mentre il sindaco della città, Anne Hidalgo, ha chiesto “una conferenza internazionale” per far confrontare esperti e donatori.
di Cristina Amoroso