La Francia può sostituire gli Stati Uniti in Siria?
La decisione del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, di ritirare le forze americane dalla Siria ha suscitato molte reazioni. Molti politici americani e alti funzionari della difesa si sono scagliati contro la decisione della Casa Bianca, sostenendo che il ritiro delle truppe distruggerà l’immagine di Washington agli occhi degli alleati. La decisione ha immediatamente provocato alcune dimissioni nell’amministrazione Trump. Il Segretario alla Difesa, James Mattis e l’inviato degli Stati Uniti alla coalizione internazionale anti-Isis Brett H. McGurk si sono dimessi dai loro incarichi in opposizione al ritiro. Gli alleati europei di Washington sono rimasti sorpresi dalla decisione di Trump e hanno espresso il loro scontento per la mossa.
La Francia è l’attore più importante in Siria con la più grande opposizione espressa all’annuncio di Trump. Il ministro della Difesa francese, Florence Parly, ha dichiarato la scorsa settimana che Trump ha “preso una decisione estremamente grave” circa il ritiro delle sue forze militari dalla Siria. “Non condividiamo le analisi che il califfato dell’Isis sia stato annientato”, ha dichiarato Florence Parly sulla radio Rtl. “È una decisione estremamente seria e pensiamo che… il lavoro debba essere completato”, ha aggiunto.
In precedenza, il ministero degli Esteri francese aveva affermato che il Paese europeo manterrà la sua presenza in Siria “per combattere il terrorismo” anche se Washington deciderà di rimuovere le sue forze dalla nazione siriana. Le agenzie di stampa europee hanno riferito che la Francia ha promesso alle Forze Democratiche Siriane (Sdf), una forza curda prevalentemente siriana con un piccolo numero di combattenti arabi, che Parigi continuerà a sostenerle dopo il ritiro degli Stati Uniti. Il 21 dicembre, la Francia ha ospitato una delegazione del Consiglio democratico siriano, l’ala politica delle Sdf, guidata dal co-presidente Riyaz Darar e Ilham Ahmad, co-presidente del Consiglio esecutivo, dando loro le garanzie per il sostegno.
Cosa sta spingendo Parigi a sostenere i curdi siriani?
Le potenzialità della Francia di riempire il vuoto degli Stati Uniti nelle aree controllate dai curdi in Siria si dividono in quattro categorie:
1. La Francia ha una storia di presenza in Siria. La potenza europea dopo la prima guerra mondiale portò la Siria sotto il suo mandato. In realtà, i leader francesi hanno sempre sviluppato il desiderio di intromettersi negli affari interni della Siria. Per quanto riguarda il ruolo di Parigi nella creazione del nuovo governo siriano, i leader francesi cercano di svolgere un ruolo attraverso la loro presenza militare nella Siria settentrionale e orientale.
2. La seconda ragione per cui la Francia aiuta i combattenti curdi è la reazione positiva dell’opinione pubblica europea all’idea di sostenere le forze curde di fronte ai terroristi dell’Isis.
3. Un altro motivo per la posizione filo-curda di Parigi è il rapporto molto intimo della Francia con i curdi negli ultimi decenni.
4. Un’altra spinta per i leader francesi a offrire un sostegno pro-curdo è il desiderio di mostrare un grado di indipendenza dagli Stati Uniti. Recentemente, il presidente francese Emmanuel Macron, insieme al cancelliere tedesco Angela Merkel, ha manifestato la sua volontà di uscire dall’orbita della leadership di Washington. La crisi siriana e la copertura per l’Sdf possono offrire al leader francese un’ottima possibilità per concretizzare il suo desiderio.
Quali sono le limitazioni francesi nel nord della Siria?
Sul territorio siriano Parigi si troverà ad affrontare enormi ostacoli ad assumere il ruolo di Washington in Siria, tra cui:
1. La forte opposizione della Turchia può suscitare forti tensioni tra le forze armate dei due Paesi. Il recente avvertimento del Presidente turco alla Francia potrebbe costituire un segnale per un tale confronto. Il 21 dicembre, il presidente Recep Tayyip Erdogan ha ritenuto la promessa francese di un aiuto alla stabilizzazione della Siria settentrionale (sotto il controllo dei curdi, un “sostegno al terrorismo“. Ha avvertito che la Francia potrebbe diventare “bersaglio” se aiuta i miliziani curdi.
2. L’opposizione del governo siriano e dei suoi alleati Russia e Iran. Mantenere l’integrità territoriale della Siria è stata una delle massime priorità del governo di Assad e dei suoi alleati, e sostenere le milizie curde che hanno cercato di stabilire una regione autonoma o semi-autonoma nel nord della Siria potrebbe attirare reazioni feroci da parte loro.
3. La mancanza di legittimità internazionale e legale per la presenza militare francese è un altro ostacolo. Gli Stati Uniti e altri Paesi non autorizzati affrontano una crisi di illegittimità in Siria. Il governo siriano ha autorizzato solo Iran, Russia ed Hezbollah a unirsi alla sua lotta contro i gruppi terroristici sostenuti da potenze straniere.
4. Mancanza di una strategia chiara da parte della Francia per svolgere un ruolo nel futuro della Siria. Per essere chiari, i leader francesi non sono ancora a conoscenza del ruolo che dovrebbero svolgere in Siria e quale dovrebbe essere la loro strategia per il futuro.
Per quanto riguarda le limitazioni summenzionate, la Francia non ha i fattori necessari per svolgere un ruolo nel nord e nell’est della Siria. La predizione è che dopo il ritiro delle forze americane, Parigi troverà inevitabile rimuovere le sue truppe dal Paese.
di Giovanni Sorbello