In Francia non si placa la guerriglia nelle Banlieue
Non si placa la guerriglia nelle Banlieue francesi tra manifestanti e forze dell’ordine. Sono passati diversi giorni da quando un giovane 22enne è stato picchiato e violentato da un gruppo di agenti nei sobborghi di Parigi. Dal referto dei medici si rileva che il ragazzo ha subito gravissime lesioni ed è stato operato d’urgenza.
La guerriglia è scoppiata il sabato successivo all’accaduto. Circa duemila manifestanti si sono ritrovati dinanzi al tribunale di Bobigny, portando degli striscioni e dei cartelli dove si condannava l’operato brutale degli agenti di polizia. In Francia la situazione è già abbastanza tesa e la notizia del giovane non ha fatto altro che gettare benzina sul fuoco, facendo esplodere la rabbia che, latente, circola nelle banlieue della capitale francese.
Il raduno è partito tramite i social network e l’idea è stata di due studenti universitari di 18 anni: Yanis Rezzoug e Issa Bidard. La Francia vive in uno stato d’emergenza dagli attentati del novembre 2015, ed ogni manifestazione diventa un motivo di grande tensione con la polizia.
Gli scontri sono scoppiati dopo che i manifestanti sono stati colpiti con dei proiettili di gomma dalle forze dell’ordine in tenuta antisommossa. Diversi veicoli sono stati dati alle fiamme e un fitto lancio di oggetti è stato effettuato contro la polizia francese.
La versione delle forze dell’ordine, come sempre accade, è nettamente differente. In un comunicato che è circolato per tutta la Francia tramite i mezzi di comunicazione, il ministero dell’Interno ha riferito che la polizia è dovuta intervenire per difendere i mezzi delle televisioni che si trovavano dinnanzi il tribunale e per salvare un bambino che era rimasto intrappolato in un veicolo che era stato dato alle fiamme.
In Francia i raduni si sono allargati a macchia d’olio a Ruen, Tolosa, Nantes. Le fonti della polizia hanno affermato che quattro persone sono state arrestate a Marsiglia durante un’altra marcia di protesta contro gli agenti accusati di stupro e violenza.
Il governo francese ha cercato di dissociarsi dagli agenti coinvolti – se escludiamo la solidarietà prevedibile e retorica della Le Pen – i quattro agenti coinvolti sono stati subito accusati di aggressione aggravata, uno di loro ha subito anche l’accusa di stupro, come ha rivelato Bruno Le Roux, ministro dell’Interno. I quattro agenti, ovviamente, hanno negato e respinto tutte le accuse nonostante il filmato.
di Sebastiano Lo Monaco