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Francia. Il Fronte Nazionale avanza anche nelle “regioni rosse”

di Mauro Indelicato

Non solo nei sondaggi, il Fronte Nazionale in Francia avanza anche nelle elezioni locali; è il caso di una cittadina della regione di Marsiglia, di tradizione comunista e socialista, in cui si votava per delle elezioni suppletive in un seggio rimasto vacante del consiglio provinciale. Non è certo un turno elettorale di vasta scala, ma assume un contorno molto indicativo il 54% del candidato del Fronte Nazionale, il quale ha sconfitto un candidato sostenuto da quelli che un tempo erano i partiti “alternativi”, ossia UMP (il partito di Chirac e Sarkozy) ed il Partito Socialista (quello dell’attuale presidente Hollande), uniti in quello che è stato ribattezzato “Fronte Repubblicano”.

E’ proprio questo il nodo da analizzare con precisa attenzione: anche nel Paese transalpino, si sta andando verso un superamento dell’alternanza destra/sinistra, a favore invece di una divisione incentrata tra europeisti ed antieuropeisti. Per la verità, questa scomposizione esiste da tanti anni, ma soltanto adesso la si sta mettendo sulla carta ed in tutti i principali Paesi, vengono costruite fantomatiche “grandi coalizioni” perché oramai tutti i più grandi partiti da soli non riescono a controbattere l’offensiva di ciò che prima veniva considerato fuori dall’arco costituzionale.

In Italia, come in Grecia, in Germania, in Austria ed a breve forse anche in Francia quindi, esistono governi retti da colori prima considerati profondamente diversi e divisi. In nome della difesa dell’Euro e della cosiddetta democrazia, ex destra ed ex sinistra, calano la maschera e dimostrano come decenni di conflitti e di dibattiti altro non erano che una gigantesca farsa teatrale. Anche il premier italiano, l’europeista ed affiliato ad Aspen e Bilderberg, Enrico Letta, recentemente ha dichiarato di essere preoccupato per le sorti delle europee del 2014, in cui potrebbe aversi un parlamento di Strasburgo composto in maggioranza da forze anti Euro.

Tornando al caso francese, si è dimostrato un tentativo ridicolo e quasi grottesco quello di costituire il “Fronte per la Repubblica”, che è stato battuto seccamente dall’isolato e fino a qualche anno fa “invotabile” Fronte Nazionale. Per il partito di Le Pen, raggiungere il 54% in una città a vocazione “rossa” è sintomo di come il vento in Francia spiri decisamente verso l’Fn. I media europei, e francesi ovviamente, non hanno perso tempo nel gridare al “pericolo”; un servizio andato in onda in un telegiornale italiano, ha messo sullo sfondo della notizia in cui si annunciava la vittoria dell’Fn le immagini di alcuni uomini di un gruppo di estrema destra in divisa che sfila tra le vie di Parigi, gruppo accusato nei mesi scorsi dell’omicidio di un militante di sinistra, anche se le prove sono da verificare, e comunque non appartenente ai ranghi del Fronte Nazionale.

Il terrorismo mediatico del resto, verso l’avanzata del Fronte Nazionale, assumerà proporzioni molto evidenti via via che ci si avvicinerà alle comunali di aprile ed alle europee di maggio, le quali saranno un banco di prova in vista delle presidenziali previste per il 2017, ma che potrebbero arrivare anche prima vista la crisi del Partito Socialista, il quale rischia anche di essere ad unica cifra se l’emorragia di consensi continuerà a pieno ritmo. I francesi quindi stanno alzando la testa; il voto dato al Fronte Nazionale non è solo di protesta, ma segno di come i cugini transalpini hanno intuito la portata dello scontro tra chi vuol la sovranità e l’indipendenza del proprio popolo e chi invece vuole la fine della millenaria storia europea.

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