France Telecom, condanna per mobbing a Lombard
Dieci anni fa France Telecom (Ft) visse giornate concitate e si ritrovò ad essere il titolo di apertura dei maggiori quotidiani francesi. Una delle tante tragedie che scossero il mondo delle multinazionali ed il loro malsano rapporto con l’economia che si riversò, a cascata, sull’ultima ruota del carro: i dipendenti. Ed è dai dipendenti che bisogna partire per raccontare la sentenza sui suicidi avvenuti appunto dieci anni fa. Una serie di decessi che scosse il colosso delle telecomunicazioni transalpino. Furono 23 i dipendenti che si tolsero la vita dal febbraio del 2008 sino al settembre del 2009, ultima in ordine di tempo una donna di 32 anni che tentò il suicidio gettandosi dal quarto piano dell’edificio della Ft a Parigi, solo una settimana prima si era pugnalato all’addome un tecnico della sede di Troyes nel pieno di una riunione.
Si capì allora che non si era dinnanzi a casi isolato o di crisi depressive, ma a qualcosa di più subdolo e di spaventoso, come in film horror c’era un male che non si riusciva ad individuare ma che mieteva vittime. Da segnalare anche l’aumento dei congedi per malattia e furono i sindacati a gettare il sasso nello stagno per smuovere le acque. Eppure per Ft il tasso dei suicidi non doveva far allarmare nessuno perché a quanto si leggeva nel comunicato delle risorse umane: “È un livello normale per una multinazionale delle nostre dimensioni”, parole che dimostrano tutta la distanza tra come vengono percepiti i problemi da un piano all’altro di una compagnia.
L’ex amministratore delegato di Ft, Didier Lombard è stato condannato per mobbing morale e istituzionale nel processo legato a quei suicidi che dovevano essere “normali”, stando alla narrazione psicotica della multinazionale. Il manager di quella che adesso è diventata “Orange” dovrà scontare un anno di carcere di cui otto mesi con la condizionale.
Condannato anche il direttore delle Risorse Umane che firmò quel comunicato, Olivier Barberot, con l’azienda che sarà costretta a pagare 75mila euro di multa per aver messo in atto politiche di riduzione a oltranza del personale nel periodo 2007-2008. Il processo riguarda proprio gli anni nella quale si sono registrati i suicidi che vanno dall’anno 2007 al 2010. Sotto esame sono stati messi i piani aziendali denominati “Next” e “Act” che volevano riorganizzare France Telecom e avevano come obiettivo l’uscita di 22mila persone e la mobilità di 10mila su un totale di 120mila dipendenti. Purtroppo dell’azienda, si è scoperto che gli strumenti messi in atto per raggiungere tali obiettivi erano vietati. Si trattava di “marce forzate del licenziamento.
Pressione verticale che dalla dirigenza si riversava sui quadri che a sua volta la riversavano sui lavoratori con un “Piano concertato per peggiorare le condizioni di lavoro dei dipendenti e accelerare le loro uscite”, tutto ciò ha creato un clima ansiogeno che ha portato alla decisione di alcuni dipendenti di togliersi la vita. Si è dinnanzi all’ennesima dimostrazione di un capitalismo malato che cerca di salvaguardare se stesso mettendo in atto procedure criminali come quelle attuate da France Telecom.
di Sebastiano Lo Monaco