Farc e Governo colombiano verso una nuova pace
Farc e Governo colombiano sabato scorso hanno annunciato di aver raggiunto un nuovo accordo, dopo che il precedente è stato bocciato nel referendum tenutosi il 2 ottobre. Il nuovo testo è un compromesso raggiunto fra Farc, rappresentate da Ivan Marquez, la delegazione governativa presieduta da Humberto de Calle e membri dell’opposizione al precedente accordo.
L’intesa raggiunta cambia alcuni punti cruciali: i guerriglieri che collaboreranno con la giustizia eviteranno il carcere, come già stabilito in precedenza, ma sconteranno le loro pene accessorie all’interno delle zone di concentrazione istituite dal Governo. I giudici che stabiliranno le pene per i crimini accertati durante il conflitto saranno solo colombiani, con l’esclusione di magistrati stranieri diversamente da prima; le loro decisioni potranno essere appellate dinanzi alla Corte Costituzionale.
Le Farc potranno partecipare alla vita politica del Paese, compresi i capi responsabili di gravi crimini accertati; d’altra parte, la nuova intesa prevede una riduzione dei contributi statali assegnati al partito che costituiranno e la guerriglia non potrà presentare alle elezioni candidati nelle nuove 16 circoscrizioni che verranno create nelle aree dove il conflitto è stato più aspro.
Inoltre, nel nuovo accordo le Farc dovranno impegnarsi a risarcire le vittime della guerra con i loro beni; la guerriglia si è detta disponibile a indennizzarle anche con i proventi dei traffici criminali instaurati durante il conflitto per autofinanziarsi, compreso il narcotraffico.
Infine, il testo dell’accordo non verrà incorporato nella Costituzione; gli unici punti che vi saranno accolti riguarderanno quelli relativi al Diritto Umanitario Internazionale, inclusa l’amnistia per i guerriglieri che lasceranno le armi. E’ stato il punto più controverso, perché le Farc temono che, finita la presidenza Santos, una nuova Amministrazione potrebbe rimettere in discussione quanto stabilito.
Malgrado le reciproche diffidenze, soprattutto degli oppositori che giudicavano il passato accordo troppo premiante per la guerriglia, l’intesa è stata raggiunta; resta da vedere come agirà il Governo per metterla in atto. Viste le rilevanti modifiche apportate agli accordi precedenti per venir incontro all’opposizione, il Governo non può esporsi al rischio che un nuovo referendum li bocci nuovamente. La via più probabile è che il testo, grazie all’accordo ora bipartisan che ha avuto l’avallo dell’opposizione, venga approvato direttamente dalla Camera e dal Senato.
Finirebbe finalmente un lunghissimo conflitto e verrebbero posti i presupposti perché le Farc possano continuare la loro battaglia con strumenti politici.
di Salvo Ardizzone