CronacaPrimo Piano

Al via la resa dei conti sull’Italicum

di Salvo Ardizzone

Con tre voti di fiducia consecutivi, s’avvia a conclusione una delle peggiori farse andate in scena nei palazzi del potere di quest’Italia irredimibile. Lunedì, l’atto finale con cui sarà approvato il pasticcio legislativo chiamato “Italicum” sarà pura routine, ma segnerà il suggello della brutale resa dei conti interna, con cui Renzi ha spazzato via definitivamente un gruppo di potere che definire inetto, autoreferenziale e assetato di potere è poco.

In un Paese afflitto da mille e mille problemi, folle di disoccupati, fasce di popolazione nell’indigenza e in cui l’unica economia che prospera è quella criminale, fa ridere amaro la pantomima che sta monopolizzando i media; colpisce solo la spudoratezza d’una lotta di potere tanto sfacciata, condotta alle spalle di un’Italia che affonda inesorabilmente.

Al di là delle risibili giustificazioni, che da una parte parlano di “riforme” e dall’altra di “democrazia minacciata”, il Premier, allergico a qualsiasi dissidenza, anche la più innocua e inconcludente, ha scelto con premeditazione di costringere allo scontro la cosiddetta “opposizione interna”, dando la spallata finale a un apparato da tempo in liquidazione, riducendo al ruolo di patetiche comparse un gruppo di tronfi generali senza seguito, spegnendo la luce su chi, ricco solo d’arroganza e supponenza, incurante d’aver collezionato solo fallimenti, pensava di rimanere al potere all’infinito.

È successo quello che era scritto da tempo che accadesse, travolgendo la “Ditta” e tutti quelli che alla sua ombra trafficavano ingrassando. Adesso Renzi è più che mai libero di costruire il monumento a se stesso, edificando un sistema di potere su cui tutti fanno a gara a saltare; un sistema perfettamente funzionale a poteri forti europei e d’oltre Atlantico, che si faranno in quattro per mantenerlo a galla quando i suoi fallimenti, che già si vedono tutti, si moltiplicheranno.

Certo, tornando alla scusa scelta per il regolamento di conti, fa specie vedere una legge importante come quella elettorale, trattata con stupefacente quanto cinica superficialità da un Parlamento indegno, che ne ha fatto sistematico oggetto di baratti e aggiustamenti in funzione della convenienza del momento. Ed è disgustoso assistere allo stravolgimento della Carta Costituzionale, vandalizzata da un’orda d’arrivisti incompetenti dinanzi ai quali i Costituenti sarebbero inorriditi.

Ma questo è il livello infimo del nostro ceto politico, tutti inclusi.

Che dire infatti di quelle opposizioni che avrebbero dovuto fare il loro mestiere? A parte un indistinto vociare, si son guardati bene da mosse azzardate che avrebbero spappolato quei pseudo partiti, con tanti cosiddetti “responsabili” pronti a puntellare il Governo per tutelare la poltrona. Anche chi i numeri, in teoria, li avrebbe avuti per un’azione politica incisiva, come sempre s’è consegnato all’irrilevanza di proteste dilettantesche. Il risultato è stato un ridicolo Aventino.

Con simili “opposizioni” Renzi regnerà cent’anni sulle macerie di un’Italia distrutta, e su un Popolo incapace di risollevarsi, magari pronto a seguire l’ultimo che urla, ma mai a riflettere su chi lo usa per i propri interessi.

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