Fondi Lega: riesame conferma il sequestro
Il Tribunale del Riesame di Genova, accogliendo il ricorso della Procura della Repubblica, ha confermato il provvedimento emesso dopo la condanna in primo grado di Umberto Bossi, dell’ex tesoriere Francesco Belsito e di tre ex revisori dei conti della Lega. La sentenza riguardava i rimborsi elettorali non dovuti nel periodo 2008–2010 per i quali furono presentati rendiconti palesemente falsi alla Camera e al Senato.
Dunque, il Riesame si è di fatto adeguato al principio stabilito dalla Suprema Corte, in base al quale i quasi 49 milioni di euro accumulati illegalmente dal Carroccio, nel periodo in esame, andavano sequestrati ovunque essi si trovassero.
Secondo Roberto Cascini, presidente del collegio ed estensore del provvedimento: “Siccome la Lega Nord ha direttamente percepito le somme qualificate in sentenza come profitto del reato in quanto oggettivamente confluite sui conti correnti, non può ora invocarsi l’estraneità del soggetto politico rispetto alla percezione delle somme confluite sui suoi conti e delle quali ha direttamente tratto un concreto e consistente vantaggio patrimoniale”.
Si legge inoltre nel provvedimento che non esiste immunità politica che tenga per i dirigenti di un partito arricchitosi tramite il reato di truffa aggravata ai danni dello Stato.
Il sequestro di quelle somme, in definitiva non rappresenta un atto discrezionale o arbitrario, ma è un atto obbligatorio che ha il fine di “ristabilire l’equilibrio economico alterato dalla condotta illecita”, con la conseguenza che la Lega subirà sequestri fino a quando non si raggiungerà la somma ricavata tramite la truffa.
Attualmente l’ammontare dei fondi sequestrati è di circa tre milioni di euro, siamo quindi ben lontani dall’obiettivo, mentre nelle casse della Lega attualmente coi sono circa cinque milioni di euro. Nonostante tutto il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, leader della Lega, si dice tranquillo in quanto si tratta di una vicenda del passato, non mancando neanche in questo caso di atteggiarsi a martire della magistratura ed appellandosi al sostegno degli italiani tutti, i quali, secondo Salvini “sono con noi”.
Sconsolato e laconico il commento a caldo del premier Giuseppe Conte, il quale prende atto che da oggi per un partito sarà difficile svolgere attività politica. Più fiducioso il vicepremier Luigi Di Maio, il quale dopo il doveroso e rituale appello al rispetto delle decisioni della magistratura, è sicuro che la vicenda non intaccherà la tenuta del governo.
Dello stesso avviso il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, il leghista Giancarlo Giorgetti, il quale tuttavia, in un’intervista rilasciata qualche giorno fa, aveva dichiarato: “Se il tribunale conferma il sequestro, il giorno dopo il partito muore”.
La palla adesso passa agli avvocati della Lega che potrebbero decidere di ricorrere nuovamente in Cassazione, nonostante sia stata proprio la Cassazione a rinviare la decisione sul sequestro dei fondi avanzata dalla procura di Genova al Tribunale del Riesame, sul presupposto che i fondi attualmente nelle casse della Lega non sono affatto frutto della truffa messa in atto dall’allora dirigenza del partito, ma dei contributi di eletti ed elettori.
di Massimo Caruso