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Finlandia, il governo chiede l’ingresso nella Nato

Settimane addietro si era iniziato a parlare di Svezia e Finlandia come future nazioni aggregate alla Nato. Se per Stoccolma quel giorno sembra ancora lontano, diversa è la situazione per lo Stato governato dalla giovane premier Sanna Marin.

La Finlandia, quindi, ha chiesto ufficialmente di aderire alla Nato. A darne comunicazione sono stati la premier e il presidente finlandese Sauli Niinisto. Un’adesione, si legge nel comunicato, “senza indugi”. La scelta, ovviamente, nasce a causa della guerra tra Ucraina e Russia, infatti, la Finlandia condivide con la vicina Russia oltre 1500 chilometri di confine.

Non è tardata la risposta del Cremlino, il portavoce Dmitry Peskov ha infatti annunciato: “L’eventuale ingresso della Finlandia nella Nato viene visto come una minaccia nei confronti della Russia. Adotteremo le necessarie misure per garantire la nostra sicurezza”.

Del parere opposto sono Sanna Marin e Sauli Niinisto secondo cui “l’adesione alla Nato rafforzerebbe la sicurezza della Finlandia. L’ingresso di Helsinki significherebbe intensificare la difesa dell’intera alleanza atlantica. Si spera che gli ulteriori passi per l’adesione siano compiuti rapidamente”. Dello stesso tenore il comunicato del ministro degli Esteri, Pekka Haavisto, che durante l’audizione alla commissione Esteri del Parlamento europeo parla di “valori aggiunto” e che “i rapporti tra Nato e Finlandia sono ormai storici.” Il ministro ha inoltre aggiunto che il “70% dei finlandesi vuole l’adesione.”

Oltre la Finlandia anche la Svezia

Anche la Svezia era una delle candidate all’ingresso nella Nato. Secondo il quotidiano Expressen, il governo avrebbe convocato una riunione per lunedì 16 Maggio per prendere una decisione formale sulla domanda di adesione alla Nato.

A fomentare la voglia di adesione alla Nato vi sono anche i pellegrinaggi continui di Boris Johnson che nella giornata dell’11 maggio è volato prima in Svezia e poi in Finlandia dichiarando che Londra sarà pronta ad un supporto militare nel momento in cui entrambe dovessero venire attaccate dalla Russia. Johnson si è inoltre impegnato ad aumentare le truppe britanniche presenti in Svezia e Finlandia, in una partnership già presente con la Joint Expeditionary Force, guidata da Londra e che unisce 10 Paesi nordici nella difesa del Mare del Nord e del Mar Baltico.

Si pensa, a torto, che sia la Svezia che Finlandia, siano nazioni “neutrali”. Niente di più sbagliato. Helsinki, più di Stoccolma ha visto da sempre un movimento di spionaggio e controspionaggio sul suo territorio e le strategie sono state da sempre decise, sin dagli anni 90, con l’Alleanza Atlantica, ossia da quando vi fu il collasso dell’Unione Sovietica. L’invasione dell’Ucraina non ha fatto altro che accelerare un qualcosa che c’era da tempo, un movimento carsico che adesso riemerge.

La Finlandia possiede un esercito molto piccolo, circa 12mila unità molto ben armato e ben addestrato. Helsinki si trova a “soli” 300 chilometri da San Pietroburgo ed ha un rapporto molto tribolato con quel vicino di casa che viene studiato da oltre 100 anni.

Cintura militare che andrebbe a chiudere il Mar Baltico

L’eventuale ingresso di Stoccolma ed Helsinki, creerebbe nei fatti un’autentica cintura militare che andrebbe a chiudere il Mar Baltico. Putin si ritroverebbe l’Alleanza Atlantica proprio dentro casa, ma non sarebbe solo questo il problema. L’Oblast di Kaliningrad con un’estensione di 15.125 km2 e con una popolazione che supera il milione di abitanti, con l’87% della popolazione russofona, si ritroverebbe circondata da Paesi che fanno parte della Nato. È un affronto che Putin accetterà? Quello che è certo è che le notizie che arrivano, riguardante un ulteriore allargamento dell’Alleanza Atlantica non servono a smorzare i toni, ma hanno l’effetto di lanciare altra benzina sul fuoco.

di Sebastiano Lo Monaco

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