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Figlio dello Shah al servizio del regime saudita

Reza Pahlavi, figlio dell’ex Shah dell’Iran, ha in programma di lavorare per un canale televisivo satellitare anti-iraniano finanziato dal regime saudita. Grazie a un importante pagamento, Reza Pahlavi farà presto parte di un nuovo programma che sarà trasmesso dall’Iran International Tv, con sede nel Regno Unito, le fonti anonime sono state citate dai media iraniani. Il principe ereditario saudita Mohammad bin Salman ha suggerito di produrre il programma con l’obiettivo di creare divisioni tra gli iraniani.

Questa decisione ha infastidito l’organizzazione terrorista Mojahedin-e Khalq (Mko), che si oppone fortemente a Reza Pahlavi. L’Mko ha avvertito i sauditi e alcuni sponsor del programma di non produrlo, minacciando di rivelare alcuni segreti sul programma se verrà trasmesso.

Durante i disordini in Iran nel dicembre 2017-gennaio 2018, Reza Pahlavi, in un’intervista con Reuters, ha invitato l’amministrazione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump a incoraggiare le società tecnologiche statunitensi a fornire servizi di comunicazione agli iraniani per protestare contro la Repubblica islamica.

Nell’ottobre 2018, il Guardian ha rivelato che l’Iran International Tv è finanziata attraverso un’entità segreta offshore e una società il cui direttore è un uomo d’affari saudita con stretti legami con bin Salman. Sarebbero stati forniti 250 milioni di dollari, sufficienti a coprire cinque anni di costi operativi, secondo il Guardian.

Pahlavi, dinastia di traditori

Nel 1963, il grande ayatollah Ruhollah Khomeini iniziò il suo movimento contro le politiche anti-islamiche dell’ex Shah, Mohammad Reza Pahlavi, un movimento che ha portato a un cambiamento senza precedenti nel 20° secolo, influenzando gli standard politici iraniani e lasciando una forte impronta sull’economia, sulla politica e sulla cultura mondiale.

Una grande folla di iraniani, dai giovani studenti ai vecchi nonni, che avevano una forte fiducia nell’Imam Khomeini, invase le strade verso la fine del 1978, invocando l’abdicazione dello Shah e provocando l’implosione del governo. Lo Shah fuggì dal Paese nel gennaio 1979 e l’ayatollah Khomeini tornò in Iran dopo aver trascorso anni in esilio a Parigi e in Iraq.

di Redazione

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