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Facebook supera i limiti dell’online

Risale al 2015 la prima visita di Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook, con il presidente della Colombia Juan Manuel Santos per attuare il programma Internet.org. L’obiettivo era quello di consentire agli utenti colombiani di poter accedere a Facebook anche offline, senza l’utilizzo di dati mobili del piano tariffario. L’idea, massificare la diffusione di internet, così che il maggior numero di persone potesse avere accesso gratuito ad applicazioni che contribuissero allo sviluppo dell’educazione e della salute. Alla base dell’attuazione del progetto un accordo tra il governo colombiano, Facebook e la Millicom International Cellular, gruppo di telefonia mobile che opera con il nome commerciale di Tigo. Tigo ha sede a Lussemburgo ed è provider di servizi di telefonia, televisione e internet in più di 17 paesi, la maggior parte dei quali in Africa e America Latina.

Attualmente sono più di otto milioni gli utenti colombiani che hanno scelto Tigo come compagnia telefonica e accordi come questo sono stati siglati da Tigo e Facebook anche in altri paesi dell’America Latina.

Facebook e l'accordo con la compagnia di telefonia mobile Tigo
Facebook e l’accordo con la compagnia di telefonia mobile Tigo

Il lato oscuro di Facebook

La portata di accordi del genere è ovviamente un passo importante per queste società, anche se nel caso della Colombia si parla di un tasso di diffusione di internet già parecchio elevato. E gli interessi che girano intorno alla disponibilità di internet offline vanno bel al di là delle nobilissime intenzioni educative. Ciò che succede oggi in Colombia è che, qualunque sia il tuo operatore telefonico, se vuoi consultare il tuo profilo Facebook senza usare una rete wireless, devi necessariamente dare il consenso a Tigo. Il che significa autorizzare Tigo ad accedere ai tuoi dati, dati che saranno monitorati anche offline. Una comodità per alcuni, certo. Una forzatura per altri. Senza dubbio una miniera di dati pubblicitari per entrambe le compagnie coinvolte.

Se a ciò aggiungiamo i dati raccolti da Propublica che dimostrano come Facebook abbia contrattato diversi brokers per raccogliere informazioni sulla vita offline degli utenti (salario mensile, ristoranti preferiti, carte di credito, abitudini d’acquisto, etc) così da rendere più accurato il “profilo pubblicitario” di ognuno di noi, è facile rendersi conto della pervasività di Facebook nella nostra vita quotidiana, online come offline.

 

di Irene Masala

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