Europa finanzia ricerca scientifica militare con Israele

Europa – La cooperazione in materia di ricerca tra l’Unione Europea e le istituzioni israeliane sta suscitando ampie polemiche negli ambienti accademici e politici europei. Mentre la guerra israeliana nella Striscia di Gaza si intensifica, i riflettori sono nuovamente puntati su centinaia di progetti congiunti finanziati dal programma europeo Horizon. Aumentano gli interrogativi sul fatto che questi finanziamenti, ufficialmente destinati a scopi civili, vengano in definitiva utilizzati per sostenere l’apparato militare israeliano.
Questo problema nasce da un dibattito più ampio sul rapporto tra tecnologia e potere. Un progetto di ricerca è concepito per uno scopo civile, ma la sua struttura tecnica contiene il potenziale per un “duplice uso”, ovvero la possibilità che i suoi risultati siano impiegati in settori militari o della sicurezza, direttamente o tramite altre partnership.
Nel 2020, una startup chiamata Xtend ha ricevuto 50mila euro dall’Unione Europea per sviluppare droni avanzati che integrano più tecnologie. In pratica, il progetto è stato concepito per fornire soluzioni in settori quali la sicurezza civile, l’edilizia e l’intrattenimento. Ma cinque anni dopo, l’azienda, ora nota come Xtend Defense, ha cambiato rotta ed è diventata un attore importante nelle attività militari israeliane, in particolare nella Striscia di Gaza. Il suo CEO ha dichiarato al Wall Street Journal che i loro prodotti hanno aiutato l’esercito a scoprire i tunnel di Hamas e a rintracciarne i leader, con un potenziale ruolo nel monitoraggio e nell’attacco al defunto leader di Hamas, Yahya Sinwar.
Numero crescente di progetti coinvolgono Israele
Il caso Xtend non è un’eccezione, ma fa parte di un numero crescente di progetti che coinvolgono entità israeliane con legami diretti con l’apparato militare. Secondo Le Monde, l’ente occupante partecipa attualmente a più di 920 progetti finanziati dal programma Horizon e si prevede che riceverà più di 1,1 miliardi di euro entro il 2027.
Sebbene la Commissione europea sottolinei costantemente che i finanziamenti vengono concessi solo a progetti con obiettivi civili, la realtà è diversa. Molti progetti coinvolgono partner quali Rafael Advanced Defense Systems , il Technion Institute e la Reichman University, oltre allo stesso Ministero della Difesa israeliano, il che solleva interrogativi sulla natura di questi progetti “civili”.
Un progetto come UnderSec, ad esempio, viene presentato come un’iniziativa volta a sviluppare tecnologie di rilevamento subacqueo per scopi di sicurezza, ma ha dei partner militari evidenti, tra cui il Ministero della Difesa israeliano. Lo stesso vale per il progetto MultiSpin.AI, coordinato dall’Università Bar-Ilan, con la partecipazione di SpinEdge, un’azienda che collabora con i servizi di sicurezza israeliani, sebbene il progetto venga presentato come un passo avanti verso lo sviluppo di sistemi di intelligenza artificiale decentralizzati.
Escalation della controversia in Europa
L’escalation della controversia ha portato ad azioni concrete all’interno dell’Unione Europea. Nel maggio 2025, la Commissione europea ha annunciato una revisione urgente dell’accordo di associazione con Israele, in particolare dell’articolo 2, che richiede il rispetto dei diritti umani e dei principi democratici come condizione per la cooperazione. Questa decisione fa seguito all’appello di oltre 300 ricercatori europei a sospendere i finanziamenti per qualsiasi progetto che potrebbe violare il diritto internazionale o essere utilizzato per commettere violazioni dei diritti umani.
Al contrario, i decisori di Bruxelles insistono sul fatto che i fatti non costituiscono ancora una violazione degli standard etici. I funzionari sottolineano che ogni progetto è sottoposto a una preventiva revisione etica e che non vi sono prove conclusive che questi fondi vengano utilizzati in violazione del diritto internazionale. Tali garanzie, tuttavia, non convincono le varie parti. ONG come Statewatch e IMI ritengono che l’Europa non disponga di un meccanismo efficace per monitorare i successivi cambiamenti nell’uso della tecnologia, lasciando la porta aperta ad abusi irreversibili.
Europa divisa
La divisione europea su questo tema si riflette anche all’interno delle università. Mentre la Libera Università di Bruxelles si è ritirata dal progetto MultiSpin.AI dopo una revisione etica, l’Università Cattolica di Lovanio ha deciso di proseguire, adducendo la necessità di tutelare la libertà della ricerca accademica.
D’altro canto, alcuni politici europei avvertono che imporre ampie restrizioni ai finanziamenti potrebbe indebolire la competitività della ricerca scientifica europea e portare alla perdita di partnership con enti ad alta competenza tecnologica, anche se affiliati a istituzioni militari. Lo ha affermato il deputato conservatore tedesco Christian Ehler, responsabile del programma Horizon, affermando che impedire la cooperazione con qualsiasi entità legata all’esercito significa di fatto indebolire l’intero sistema di ricerca.
Nell’era digitale, il confine tra l’uso civile e quello militare della tecnologia è sempre più sfumato, ponendo programmi come Horizon a un complesso bivio etico e politico. Tra la volontà dell’Europa di promuovere l’innovazione scientifica e il suo impegno nei confronti dei principi del diritto internazionale, il suo margine di manovra sembra restringersi e presto potrebbe essere costretta a prendere più decisioni, anche se costose. Ciò presuppone, per amor di discussione, che i Paesi europei non abbiano alcuna seria intenzione di partecipare a questo tipo di ricerca, soprattutto dati i rapidi sviluppi tecnologici, in particolare nell’intelligenza artificiale, che sarà il settore più prospero nei prossimi anni. Pertanto, investire in questo settore significa investire ingenti somme di denaro per i Paesi che soffrono di crisi economiche, come quelli europei.
di Redazione