Tra i tanti problemi che l’inquinamento crea vi è quello della siccità; in parole semplici non piove più e a dimostrarlo non bastano le temperature intorno ai 30 gradi a fine ottobre, ma vi è anche un report dell’European Drought Observatory che mappa una “zona rossa” che parte dal Portogallo e arriva sino alla Moldavia. Il 27% dell’Europa è in una situazione di grave siccità, nella “zona rossa” stilata dal report vi è anche l’Italia e soprattutto il Nord-Ovest del paese dove vi è una situazione di siccità cronica.
Un esempio su tutti: il fiume Po è in costante calo nel tratto che va dal Piemonte alla Lombardia, in leggera ripresa la zona dell’Emilia Romagna. Stessa situazione anche per i laghi: Il lago di Garda è al minimo storico che risaliva al 1986, sotto la media stanno il lago d’Iseo e di Como che sono rispettivamente al 5% e all’ 8,5% del riempimento, mentre il lago Maggiore è al 18,7%.
Nella mappa dell’European Drought Obsevatory, che si riferisce alla terza decade di settembre, la “zona rossa” si estende dal Portogallo passando attraverso Spagna, Francia, Germania, Olanda, sud dell’Inghilterra sino a raggiungere Romania, Ungheria, Bulgaria e Moldavia. Una crisi climatica che abbraccia l’intera Europa.
Per quanto riguarda l’Italia la situazione non è delle migliori dato che il problema climatico ha determinato perdite per il 10% della produzione agro-alimentare (sei miliardi di euro ma in alcuni casi si arriva anche al 70% delle perdite).
Il sistema alimentare è l’altro indagato perché buona parte delle problematiche arrivano da lì, per la precisione il 29% dell’impronta ecologica globale. Per cambiare il clima bisogna inevitabilmente ripensare il modello economico attuale, altrimenti le proteste rimarranno lettera morta.
Sebastiano Lo Monaco