Yemen, rilevati oltre 1.600 casi di colera
Sono circa 1700 i casi di colera accertati da quando la brutale aggressione dell’Arabia Saudita si è abbattuta sul Paese tra i più poveri del mondo, seminando orrori, abusi e crimini di guerra, non risparmiando alcun obiettivo civile. Nella catastrofe umanitaria senza precedenti il colera sta dilagando in 12 province del nord e dell’ovest, lo ha riferito il ministro della Sanità yemenita, Mohamed bin Hafedh.
Medici senza frontiere (Msf) ha riferito domenica scorsa che nelle ultime tre settimane sono stati trattati più di 570 casi sospetti di colera in Yemen, circa sette mesi dopo che è stato dichiarato lo scoppio della malattia infettiva nel Paese afflitto dalla guerra dal 27 marzo 2015. In due anni di guerra il sistema sanitario è crollato, gli ospedali vengono puntualmente bombardati, come ha dichiarato Ghassan Abou Chaar, portavoce di Msf.
Abdelhakim al-Kahlani, portavoce del Ministero della Salute dello Yemen, ha affermato che nella settimana precedente l’infezione batterica era rientrata nel Paese, con casi segnalati in 10 province. Ha aggiunto che nel capoluogo Sana’a sono state confermate due vittime correlate al colera, tre nella provincia centrale di Ibb e quattro nella provincia occidentale di Hudaydah.
All’inizio di ottobre dello scorso anno, l’Organizzazione Mondiale della Sanità aveva annunciato la notizia dell’epidemia di colera in Yemen e tre settimane dopo aveva riferito che il numero di casi di colera in tutto il paese, compresa la capitale, era salito a centinaia. L’anno scorso quasi 100 persone hanno perso la vita a causa di un focolaio di colera in Yemen.
Il colera, che provoca grave diarrea e disidratazione, viene trasmesso attraverso l’acqua potabile contaminata e potrebbe rivelarsi fatale fino al 15 per cento dei casi non trattati. Più di due anni di guerra dell’Arabia Saudita contro il Paese hanno messo più della metà di tutte le strutture sanitarie in Yemen in uno stato di arresto totale o parziale. Inoltre, ci sono carenze critiche nei medici in oltre il 40 per cento di tutti i distretti, secondo il ministero della Sanità.
I Paesi occidentali, in particolare gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, sono tra i principali fornitori di armi utilizzate dal regime saudita per commettere atrocità e crimini di guerra. Lo Yemen è stato devastato da due anni di atrocità commessi dalla coalizione militare guidata dai Sauditi. Gli Houthi sciiti controllano la capitale, gran parte della costa del Mar Rosso e la provincia settentrionale che confina con l’Arabia Saudita.
Oltre 12mila yemeniti, in gran parte civili, tra cui donne e bambini, sono stati uccisi durante l’attuale aggressione guidata dall’Arabia Saudita in Yemen. L’aggressione militare ha anche causato un grosso calo sulle strutture e infrastrutture dello Yemen, distruggendo molti ospedali, scuole, moschee e fabbriche. Gli aerei sauditi non risparmiano nemmeno i centri medici di Msf in Yemen. A metà agosto dello scorso anno, almeno 19 persone sono state uccise e altre 24 sono state ferite quando un aereo saudita ha colpito un ospedale di Msf nel distretto Abs di Hajjah. È stato il quinto e più grave attacco contro un impianto di Msf in Yemen.
Inoltre, i bambini yemeniti soffrono di una grave malnutrizione che minaccia la loro vita. Quasi 3,3 milioni di persone dello Yemen, tra cui 2,1 milioni di bambini, soffrono attualmente di malnutrizione acuta e più di sette milioni patiscono la fame. Le cifre, tuttavia, potrebbero aumentare se la macchina di guerra saudita continua a massacrare il popolo yemenita.
di Cristina Amoroso