Emirati Arabi Uniti spingono il Libano verso la normalizzazione

Dalla firma degli Accordi di Abramo con Israele nel 2020, gli Emirati Arabi Uniti sono diventati un fronte politico e mediatico che promuove il progetto di normalizzazione nella regione, sfruttando i propri strumenti come punto di accesso per riorganizzare gli schieramenti in Asia occidentale. Sul fronte libanese, gli Emirati Arabi Uniti, con il diretto sostegno degli Stati Uniti, hanno iniziato a svolgere un ruolo politico “soft”, volto a trasformare il Libano da Paese ostile all’occupazione e che criminalizza i rapporti e la normalizzazione con Tel Aviv, a Paese che non disdegna di stabilire relazioni e accordi con esso. Sebbene questo ruolo possa essere per lo più occulto, l’atmosfera e le azioni generali indicano il tentativo degli Emirati Arabi Uniti di giocare su entrambi i fronti, tra Libano e Israele.
Sostenere i partiti libanesi contro la Resistenza
Le azioni degli Emirati Arabi Uniti in Libano non possono essere separate da una rete di relazioni con figure e forze libanesi note per la loro ostilità a Hezbollah e all’Asse della Resistenza. Ciò è particolarmente vero per figure note per le loro posizioni ostili nei confronti della Resistenza, poiché le dichiarazioni di personalità libanesi si sono più volte intersecate con la visione degli Emirati su questioni relative all’indebolimento del partito e all’incitamento contro di esso. La recente retorica di Geagea, incentrata sul “disarmo Hezbollah”, non può essere separata dai tentativi del Golfo di attrarre politici libanesi e indirizzarli secondo i loro desideri e le loro esigenze attuali, in cambio di montagne di soldi. Questo vale anche per alcuni media libanesi, che contano su Stati del Golfo come gli Emirati Arabi Uniti per il loro sostegno e finanziamento, promuovendo così le aspirazioni di questi Paesi.
Emirati Arabi Uniti e la trappola della ricostruzione
A seguito della recente aggressione israeliana al Libano, che ha provocato una notevole pressione su Hezbollah e sulla sua base di sostegno, in particolare per quanto riguarda il processo di ricostruzione, legato al disarmo, alcune parti stanno promuovendo l’idea che gli Emirati Arabi Uniti siano pronti a entrare in Libano attraverso progetti economici e di sviluppo. Tuttavia, ciò che spesso non viene dichiarato è che gli Emirati Arabi Uniti, o qualsiasi altro Paese legato agli Stati Uniti, non forniscono servizi gratuiti senza compensazioni o concessioni. Pertanto, la normalizzazione potrebbe essere il prezzo che gli Emirati Arabi Uniti stanno cercando in Libano.
Sebbene questa offerta non sia stata presentata pubblicamente, le basi politiche e mediatiche sono in fase di preparazione in Libano, dove vengono esercitate contemporaneamente pressioni su Hezbollah affinché disarmi. L’idea di normalizzazione viene promossa prima che venga ufficialmente raggiunta, rendendola un termine familiare tra il popolo libanese.
Tempistica e clima politico
Le ripetute visite a Beirut dell’inviato statunitense, Tom Barrack, hanno creato pressioni sulle parti libanesi affinché forniscano una risposta chiara in merito ai dettami che Washington cerca di imporre al Libano. A questo proposito, si possono sollevare diverse domande, soprattutto dopo che gli ambienti statunitensi hanno rivelato informazioni sulle relazioni segrete tra Barrack e gli Emirati Arabi Uniti, che hanno portato alcuni a soprannominarlo “l’uomo degli Emirati”. Esiste un piano americano-emiratino per trascinare il Libano nel ciclo di normalizzazione a favore di Israele e dei suoi progetti espansionistici?
La comprovata esperienza degli Emirati Arabi Uniti
Gli Emirati Arabi Uniti hanno un evidente passato di pressioni sui Paesi arabi affinché normalizzassero le relazioni con Israele, soprattutto dopo la firma degli Accordi di Abramo nel 2020. Un esempio lampante di ciò è il Sudan, dove Abu Dhabi ha esercitato pressioni politiche ed economiche in coordinamento con Washington, promettendo aiuti finanziari e di investimento in cambio della firma di un accordo di normalizzazione da parte di Khartoum, nonostante la diffusa opposizione popolare.
Gli Emirati Arabi Uniti hanno anche incoraggiato il Marocco a impegnarsi nel processo di normalizzazione e hanno promosso questo passo sui media. Il Sultanato dell’Oman non è stato risparmiato da questi sforzi, poiché i rapporti hanno rivelato i tentativi degli Emirati di spingerlo verso la normalizzazione attraverso mezzi diplomatici ed economici, che sono stati accolti con cautela ed esitazione dalla parte omanita. Gli Emirati Arabi Uniti hanno anche lavorato per ripristinare i ponti di comunicazione tra Mauritania e Israele dopo la frattura, sfruttando la loro influenza all’interno della Lega Araba, il loro ruolo finanziario e la loro retorica basata sulla “pace economica”.
L’ultima linea di difesa di Hezbollah
Di fronte a questo scenario, Hezbollah, con la sua forza e le sue armi – che hanno sempre mirato a proteggere il Libano dalle minacce poste da Israele e che prendono di mira il popolo libanese, le sue risorse e la sua sovranità – rimane la parte più forte in grado di ostacolare il progetto di normalizzazione. Per questo motivo, la Resistenza respinge categoricamente qualsiasi concessione sulle armi, che dovrebbero essere considerate un patrimonio nazionale. È consapevole della gravità di ciò che si sta tramando contro il Libano e ha la capacità di sventare tale piano e qualsiasi altro simile.
di Redazione