Emergenza rifugiati, l’esempio dell’Iran
Un recente rapporto Oxfam ha documentato come Stati Uniti, Cina, Giappone, Germania, Francia e Regno Unito, che rappresentano il 60% della ricchezza mondiale, hanno accolto in tutto 2,1 milioni di rifugiati, eppure, proprio in questi Paesi, è sempre più forte l’ostilità verso di essi ed il rifiuto ad accoglierne ancora.
A tal proposito, un esempio che merita attenzione è sicuramente quello dell’Iran. Gli aiuti finanziari offerti dagli organismi internazionali in Iran per assistere i rifugiati sono molto inferiori rispetto a quelli forniti dall’Iran, ha riferito ieri l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati in Iran, Sivanka Dhanaervato.
L’Iran ha speso circa 52 milioni di dollari lo scorso anno (21 Marzo 2015 al 19 Marzo 2016) per aiutare i profughi, mentre gli organismi internazionali hanno investito solo otto milioni di dollari. Dhanaervato ha fatto queste osservazioni durante un incontro con Rasoul Zargarpour, il governatore generale della provincia di Isfahan, aggiungendo che l’Iran ora sta ospitando circa tre milioni di rifugiati iracheni e afghani. Fornire tutti questi servizi – continua Dhanaervato – ai profughi diventa estremamente difficile.
“I conflitti regionali in Medio Oriente e il flusso di profughi siriani verso i Paesi europei hanno portato la comunità internazionale ad adottare diverse iniziative per affrontare il problema dei profughi”, ha sottolineato Dhanaervato. Aiutare i profughi è una responsabilità internazionale, ha aggiunto, un risultato positivo di tali iniziative è quello di creare e incoraggiare un sentimento di empatia per i rifugiati ed i loro Paesi di accoglienza.
Circa il 15 per cento dei rifugiati in Iran, circa 120mila, vivono a Isfahan e quasi la stessa percentuale vive illegalmente nella provincia della città. Nonostante le innumerevoli difficoltà, i profughi in Iran vengono accolti e trattati come cittadini iraniani, avendo a disposizione gli stessi servizi educativi e sanitari. Infine, Zargarpour ha invitato gli organismi internazionali ad aiutare i Paesi che ospitano i rifugiati per metterli nelle condizioni di offrire dei servizi migliori.
di Giovanni Sorbello