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Eln: lettera aperta su accordi di pace in Colombia

Nicolás Rodríguez Bautista, comandante dell’Esercito di Liberazione Nazionale (Eln) e membro del comando centrale dell’organizzazione, ha reso pubblica la risposta ad una lettera aperta rivolta all’organizzazione, firmata da accademici ed intellettuali, in cui si chiedeva un’accelerazione del processo di pace in Colombia. Nella missiva si promuoveva l’apertura di una tavola rotonda congiunta tra governo ed Eln per promuovere e velocizzare gli accordi di pace tra le parti coinvolte.

_89005352_bc195308-0471-452d-92b4-329eedd7cd1bNel proclama si legge: “Chiediamo all’Eln che si impegni ufficialmente con il popolo e il governo della Colombia, per il raggiungimento di una pace stabile. Ottenere questo obiettivo sarebbe il risultato maggiore che possa conseguire un paese che vive nel XXI secolo, e che abbia abbandonato la violenza ed il dolore patiti nel XX secolo”.  L’appello si chiude avanzando una richiesta di maggiore flessibilità da parte degli attori coinvolti: governo, corti di giustizia e movimenti di liberazione.  E con l’invito a velocizzare il processo di pace.

La risposta dell’Enl accoglie i suggerimenti nel merito. La lettera di risposta, firmata da Bautista, afferma: “Crediamo fermamente che il compimento degli impegni presi da ambo le parti sia la base di questo processo oltre ad essere l’unico modo di farlo avanzare. (…) Così come la flessibilità e la volontà (di conseguire la pace ndr) debbano plasmarsi su quanto concordato da ambo le parti, e non solo su convinzioni unilaterali di uno degli interlocutori”. Bautista si dice inoltre preoccupato da due aspetti: la tempistica che si vuole imporre al processo ed il modo in cui si svilupperà il tema del coinvolgimento popolare sui nuovi accordi di pace.

Rispetto al primo punto il comunicato avverte: “Siamo convinti che non è il tempo a fungere da discriminante in un processo di pace. (…) Recenti esperienze dimostrano che gli schemi impostati con scadenze precise e su basi volontaristiche hanno generato gravi inconvenienti”. L’accento viene quindi posto su quanto sia delicato un percorso che implica l’abbandono della lotta armata dopo cinquanta anni di conflitto sociale, politico e militare. Oltre al fatto che il raggiungimento di una pace stabile e duratura non può, per sua stessa natura, sottostare a limiti temporali.

Riguardo la partecipazione popolare, il comando centrale scrive: “Se questo cammino si apre con il coinvolgimento attivo della società, e soprattutto coloro che ne son stati esclusi, il fantasma della guerra che grava su di noi scomparirà e ci libereremo dal dolore che questo conflitto provoca. Noi, come organizzazione, stiamo concentrando i nostri sforzi affinché ciò avvenga”.

di Maurizio Di Meglio 

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