Egitto – Le forze di sicurezza egiziane hanno arrestato almeno 150 persone per la loro partecipazione alle proteste anti-governative nell’anniversario del movimento anti-corruzione del 20 settembre, lanciato dall’informatore autoesiliato Mohamed Ali. Gli arrestati sono accusati di “adesione a un gruppo terroristico”, “diffusione di notizie false”, “uso improprio dei social media” e protesta illegale.
Secondo i video pubblicati sui social media da Ali e da altri attivisti, centinaia di persone hanno preso parte a manifestazioni al Cairo, Giza, Fayoum, Al-Minya, Luxor e Assuan e hanno cantato slogan contro al-Sisi. Le proteste sono state significative nonostante il divieto del governo di protestare.
Ali ha anche chiesto un “giorno della collera” per chiedere ad al-Sisi di andare in “ferie”. L’informatore, ora residente in Spagna, ha acceso le proteste nel settembre dello scorso anno, innescate da un video contro la corruzione da parte del presidente e il suo entourage.
Ali ha affermato di aver assistito alla corruzione da parte di al-Sisi durante anni di collaborazione con l’esercito nella realizzazione di un gran numero di progetti di costruzione.
Nelle ultime settimane, gli egiziani hanno manifestato contro l’aumento dei prezzi delle materie prime e la demolizione in corso di case costruite senza licenza o su terreni agricoli. Secondo quanto riferito, la campagna di demolizione ha colpito centinaia di migliaia di egiziani a basso reddito.
L’anno scorso, almeno 4mila persone sono state arrestate per aver mostrato sostegno a un nuovo movimento popolare nato dalle testimonianze video di Ali. Il regime di al-Sisi è accusato di aver trattenuto in carcere decine di migliaia di prigionieri politici con accuse inventate. Human Rights Watch ha affermato che l’Egitto di al-Sisi ha assistito alla peggiore repressione dei diritti umani nella sua storia moderna.
di Yahya Sorbello
