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Egitto, pena di morte dilaga come “vendetta politica”

La pena di morte è dilagante in Egitto, riferisce l’agenzia stampa egiziana Madr Masr. Il numero delle esecuzioni nell’ultimo decennio ammonta a quasi la metà del numero emesso nel secolo scorso. L’Egitto è uno dei regimi più brutali del mondo. Per mesi i difensori dei diritti umani hanno avvertito dell’escalation della crisi della pena di morte in Egitto, con Amnesty International che la descrive come una “orribile follia di esecuzioni” con riattacchi del 300%.

L’Iniziativa egiziana per i diritti personali (Eipr) ha affermato che sotto il regime dell’ex presidente Hosni Mubarak c’era una “pratica sospensione” della pena di morte. Sotto l’attuale presidente Abdel Fattah al-Sisi, tuttavia, la magistratura ha emesso la pena di morte in massa, che Madr Masr ha definito “vendetta politica”.

C’è stato anche un aumento del numero di condanne a morte emesse nei confronti di prigionieri condannati per reati penali. L’allarmante aumento delle esecuzioni in Egitto è stato possibile grazie all’istituzione nel 2013 di tribunali che hanno stabilito che la punizione per i crimini terroristici fosse estesa dall’ergastolo alla pena di morte.

Egitto e la lotta al “terrorismo”

La legge antiterrorismo, approvata da al-Sisi, usa un linguaggio vago per definire il terrorismo, compreso tutto ciò che riguarda la sicurezza della società. In Egitto sono attualmente cento i reati punibili con la pena di morte.

Per legge le famiglie hanno il diritto di vedere i propri cari il giorno prima della loro esecuzione, ma molte non ricevono alcun avviso. Da metà agosto dello scorso anno non sono state segnalate impiccagioni in Egitto, una diminuzione significativa che potrebbe essere dovuta al freno della pratica o al controllo più stretto sui media per tentare di limitare le critiche internazionali, riferisce Eipr.

Le famiglie dei prigionieri egiziani nella prigione di Abu Zaabal hanno chiesto di salvare i loro figli da una “morte lenta” a causa del trattamento a cui sono sottoposti dai servizi carcerari, ha riportato il sito web di Sharqia. Le famiglie hanno affermato nella loro denuncia che anche loro hanno subito un trattamento disumano da parte dei servizi carcerari durante le loro visite familiari. “Siamo stati esposti a insulti e abusi verbali e fisici”, hanno dichiarato le famiglie all’agenzia stampa Sharqia.

di Redazione

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