Egitto: eliminate tutte le opposizioni, avanti con le elezioni farsa
Domenica s’è alzato il sipario sulla stucchevole sceneggiata delle elezioni in Egitto; si vota in 14 delle più popolose province, nelle altre 13 si voterà il 22 e 23 novembre. Con i Fratelli Musulmani fuori legge, le altre opposizioni brutalmente emarginate, media e giornalisti imbavagliati da leggi liberticide, i 596 seggi verranno occupati da sbiadite comparse chiamate in Parlamento per acclamare Al-Sisi, il nuovo faraone.
Dopo aver deposto nel 2013 il presidente Mohammad Morsi con un colpo di stato e spazzato via con una durissima repressione le proteste della Fratellanza (oltre 1.400 morti, migliaia di condannati ad una durissima carcerazione e molti a morte), il nuovo Presidente mira alla restaurazione dei vecchi assetti di potere, con la casta militare al centro e la riabilitazione dei vecchi fedeli di Mubarak.
Un blocco sociale che s’è impadronito di tutte le leve di potere militare, economico e politico, garantendosi enormi privilegi e un flusso ininterrotto di denaro alle proprie fallimentari attività iperprotette dallo Stato.
Sfruttando l’eterna scusa della minaccia terroristica, Al-Sisi s’è presentato come il garante della sicurezza e della pace sociale, ricevendo interessati riconoscimenti anche dall’Occidente, malgrado i sanguinosi fallimenti nel tentativo di pacificare il Sinai.
Nella realtà, ha instaurato un regime che fa rimpiangere quello di Mubarak e queste elezioni, prime da quando ha preso il potere e tenutesi con una costituzione-farsa che impedisce di fatto l’aggregarsi di una opposizione, suggelleranno il suo regno incontrastato.