Egitto: 25 condanne a morte per gli scontri tribali del 2014
di Redazione
Un tribunale egiziano ha condannato a morte 25 uomini per aver partecipato agli scontri tribali di due anni fa nella provincia meridionale di Assuan, che hanno provocato 28 morti.
Di 164 persone sotto processo, 21 sono state condannate all’ergastolo, equivalente a 25 anni. Altre diciotto persone sono state condannate a pene detentive tra i due e i 15 anni, mentre i restanti cento imputati sono stati assolti. Gli uomini condannati a morte erano accusati di omicidio e incendio doloso. La Corte ha emesso il suo verdetto dopo aver consultato il Mufti d’Egitto, che è responsabile per l’interpretazione della legge islamica per le autorità.
Le vendette tribali sono frequenti nelle zone rurali a sud dell’Egitto, ma gli scontri scoppiati all’inizio dell’aprile 2014 sono stati i più violenti. La lunga rivalità tra i Bani Hilal, una tribù araba, e i Dabudiya, una famiglia nubiana, si è accesa dopo che un uomo ha molestato sessualmente una donna dell’altra tribù.
Le due parti avevano cercato di smorzare le tensioni con un incontro di riconciliazione, ma la situazione è degenerata in uno scontro a fuoco, in cui sono rimasti uccisi tre membri di Bani Hilal. Il giorno seguente, gli uomini di Bani Hilal si sono vendicati facendo scoppiare violentissimi combattimenti, in cui sono morte altre 25 persone e circa cento sono rimaste feriti su entrambi i lati. Alla fine, l’esercito è intervenuto per fermare i combattimenti.