Ecuador: referendum per abolizione paradisi fiscali, vince SI
Lo scorso 19 febbraio in Ecuador, congiuntamente alle elezioni presidenziali, si è svolto un referendum per l’abolizione dei paradisi fiscali promosso dall’ex presidente Rafael Correa. I cittadini ecuadoriani sono stati interpellati su questo quesito: “E’ d’accordo che per adempiere degnamente ai propri compiti di rappresentante eletto dello stato o per essere funzionario pubblico, si stabilisca il divieto di tenere beni o capitali, di qualsiasi forma, in paradisi fiscali?”
Si è chiesto ai cittadini dell’Ecuador di esprimersi su di in tema importante e delicato qual è la trasparenza dei funzionari pubblici. Il voto ha registrato una larga vittoria del si, che si attesta sul 59,8% del totale dei votanti.
Questo referendum, cui non si è dato tanto risalto a livello mediatico, rappresenta un’importante precedente a livello globale ed ha attirato l’attenzione di molte organizzazioni internazionali che lottano contro l’evasione fiscale.
La portavoce dell’Oxfam, Rosa María Cañete, si è così espressa al riguardo: “Questa consultazione rappresenta il primo tentativo, a livello globale, di estirpare l’evasione da parte dei mandatari pubblici (attraverso una consultazione popolare ndr), esigendo da coloro che sono chiamati a servire il popolo di non evadere dalle loro responsabilità fiscali, o sottrarre le loro attività economiche ai necessari controlli”
Per rendere l’idea della portata del problema basta evidenziare che il 30% del PIL ecuadoriano (30 milioni di dollari) è depositato in paradisi fiscali. Se questo calcolo lo si estende a livello globale, si può stimare che ogni anno vengono dispersi 7.6 miliardi di dollari…
Secondo la Cañete la vittoria del “sì” rappresenta “un’esigenza generale di trasparenza, la necessità di trovare soluzioni globali al problema della corruzione e della limpidezza dei funzionari pubblici”. Per Carlos Bedoya, coordinatore della rete latinoamericana su “debito, sviluppo e diritti” l’esito di questa consultazione rappresenterà “un precedente importante a livello globale”.
A queste dichiarazioni fanno eco quelle di Luis Moreno, direttore del programma “Giustizia Fiscale per l’America Latina e i Caraibi” che ha affermato: “questa vittoria deve servire al mondo come esempio affinché si intenda che la volontà politica e quella popolare possano camminare sugli stessi binari”
L’Ecuador secondo l’indice di corruzione percepita si colloca al 54° posto sui 176 scrutinati da Transparency. Una posizione che non fa onore al paese sudamericano, ma che, a seguito di questo referendum, è destinata a migliorare.
Maurizio di Meglio