Droni Usa in Libia per “controllare” l’Isis
Secondo il Wall Street Journal, che cita fonti riservate, l’Amministrazione Usa sta trattando con alcuni Paesi Nordafricani per avere una base a disposizione presso cui dislocare droni e personale militare; la loro missione sarebbe quella di controllare un’area sempre più fuori controllo e l’espansione dell’Isis in Libia.
A quanto è dato sapere, nessuno dei Paesi interpellati ha sin’ora dato l’assenso per timore di ritorsioni da parte dei gruppi di terroristi; le trattative comunque proseguono, perché il Pentagono giudica importante disporre di un nuova base nell’area, da cui far operare con breve preavviso velivoli e Forze Speciali.
Così i droni seccamente rifiutati all’alleato/suddito Renzi nella sua comparsata a Washington, voleranno comunque nei cieli libici, ma solo per gli interessi più o meno confessabili dell’Amministrazione Usa.
Ultima notazione su quell’area: il premier Cameron, malgrado i massicci tagli programmati al welfare inglese (almeno 12 Mld di sterline) ha annunciato che intende aumentare di molto le spese per droni e Forze Speciali da impiegare contro l’Isis. A quanto pare, con l’eterna scusa dello Stato Islamico, Sas ed Sbs (le celebri teste di cuoio inglesi) dovrebbero tornare sulle sabbie libiche in una riedizione della sciagurata avventura del 2011, attirate ancora e sempre dal petrolio e dal gas che vi giace sotto.