di Redazione
Un drone proveniente dalla Siria è penetrato nello spazio aereo di Israele; le Forze Armate israeliane non sono state in grado di intercettarlo malgrado il lancio di tre missili.
Domenica, un Uav (Unmanned aerial vehicle) proveniente dalla Siria ha sorvolato il Golan; immediatamente la Difesa aerea israeliana ha lanciato due Patriot Pac-2 che clamorosamente hanno mancato il bersaglio. Mentre venivano allertate tutte le postazioni missilistiche, è stato inviato un F-16 per abbattere la minaccia potenziale. Il caccia ha inquadrato il drone e lanciato un missile senza riuscire a colpirlo. L’Uav è poi rientrato indenne sul territorio siriano senza essere stato identificato. L’Iaf (Israel Air Force) ha tenuto a precisare che il drone è stato immediatamente individuato, ma che è stato impossibile abbatterlo.
Secondo le imbarazzate Idf (Israel Defence Forces), il velivolo potrebbe essere di fabbricazione russa; Israele teme possa trattarsi di un mezzo fornito ad Hezbollah in ricognizione sul Golan.
Il fatto che il drone si sia beffato delle difese aeree a differenza di altre occasioni, attesta un salto di qualità che preoccupa lo Stato Maggiore israeliano, tanto che è stata avviata un’inchiesta interna per comprendere cosa abbia impedito l’intercettazione.
Ciò che ha scosso Israele è che le difese aeree siano state “bucate” da un unico velivolo; se si fosse trattato da un attacco a sciame, i tanto vantati sistemi Irom Dome e David’s Sling sarebbero stati assolutamente inutili.
Con tutta probabilità, il drone è stato fornito ad Hezbollah per saggiare la risposta delle difese aeree israeliane, e, di riflesso, della tecnologia occidentale made in Usa. L’esito dell’incursione dimostra un enorme progresso nel campo delle contromisure elettroniche e della schermatura del bersaglio. Simili velivoli, operati da Hezbollah, confermano l’altissimo livello raggiunto dalle capacità operative del Movimento.
