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Droga, nuove frontiere di utilizzo e di mercato

Un report dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine (Unodc), stabilisce che 29,5 milioni di persone soffrono di disturbi causati dall’utilizzo di sostanze stupefacenti.

Dalla relazione emergono dati sconcertanti circa la nascita di nuove frontiere di utilizzo e di mercato. Un mercato, quello della droga, sempre più fiorente ed in grado di avere un impatto rilevante sulla salute, lo sviluppo e la pace mondiale.

Oltre ai canali tradizionali si registra una espansione della distribuzione via web, in particolare attraverso darknet ed il deep web con sistemi di pagamento difficilmente rintracciabili come il bitcoin, la moneta elettronica creata nel 2009. Questa non essendo regolamentata da un ente centrale, non può essere oggetto di azioni da parte di qualsivoglia autorità, governativa e non, come il blocco delle transazioni o il sequestro.

L’impatto sulla salute è devastante, soprattutto per il diffondersi di malattie come l’epatite C e l’Hiv. Gli oppiacei sono i più dannosi ed hanno un’incidenza sanitaria negativa che supera il 70%. Dal punto di vista della sicurezza si registra un fenomeno che apre nuovi preoccupanti scenari.

Droga e terrorismo

Alcune organizzazioni terroristiche transnazionali, ponendosi in diretta concorrenza con le criminalità organizzate continentali, si sono ritagliate una fetta importante nel traffico di stupefacenti, allo scopo di finanziare le proprie attività logistiche e militari.

Non è un caso che in Afghanistan nel 2016, la raccolta di papavero è aumentata di circa un terzo rispetto all’anno precedente, permettendo ai talebani, i quali controllano la quasi totalità della produzione e della distribuzione locale, di ricavare da questo mercato più della metà del loro reddito annuo.

Anche i miliziani dello Stato Islamico (Isis), hanno incassato somme da capogiro (si parla di circa un miliardo di dollari) dal traffico di sostanze stupefacenti. In particolare dalle droghe sintetiche e le anfetamine. Captagon è il nome della micidiale “droga del combattente”, una pasticca, reperibile sul mercato ad un prezzo che varia dai 5 ai 20 dollari a pasticca. Il Captagon è un profarmaco composto da anfetamina ed altre sostanze stimolanti, legale in Europa fino agli anni ‘80, ed attualmente vessillo chimico delle imprese terroristiche dei miliziani.

Senso di onnipotenza, inibizione della fatica ed euforia sono gli effetti della sostanza, la quale unita al fanatismo di base crea i mostri che, più volte abbiamo visto in azione in Medio Oriente così come in Europa.

Un percorso incidentalmente autodistruttivo

Un ricorso storico, il quale sembra riportare direttamente allo smodato uso del Pervitin (tavolette anfetaminiche) da parte dei nazisti durante il secondo conflitto mondiale, così come all’utilizzo degli inalatori di benzedrine da parte degli Alleati, fino ad arrivare ai giorni nostri in cui il Modafinil, un farmaco altamente eccitante ed inibitore del sonno, viene testato sui soldati impegnati in operazioni internazionali (venne testato per la prima volta nel 2003 sui piloti dell’U.S. Air Force durante l’invasione dell’Iraq), al fine di aumentarne resistenza e prestazioni sul campo.

Nuove frontiere e nuovi utilizzi che esulano da quella ricerca di oblio che da sempre caratterizza l’umana maniera di affrontare la quotidianità, di evadere da quella consapevolezza di morte avvicinandosi alla morte stessa, attraverso sostanze, le più disparate, in grado di fornire apparente sollievo al comune mal di vivere. Non si tende più all’annientamento dell’Io, non si vuole mettere a tacere l’autocoscienza, ma si ricerca uno strumento che faciliti l’annientamento dell’Altro, del nemico, dell’infedele.

Droga come alleato in un percorso solo incidentalmente autodistruttivo, ma di sicuro effetto sul piano delle ambizioni di potenza e prevaricazione di chi la utilizza o, più subdolamente, ne pianifica e ne impone l’utilizzo. Droga come merce di scambio in un mercato che utilizza la vita come un mero pretesto, ma che dalla vita vuole allontanare i suoi attori, comparse comprese, definitivamente.

di Massimo Caruso

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