Asia

Dopo dodici anni di massacri, l’ipocrisia della riappacificazione

di Zenab Muhammad

Gli attacchi reciproci tra Usa e Afghanistan continuano, e sembrano non avere mai fine. Le varie offensive da parte degli statunitensi, mediante attacchi aerei, continuano a mietere vittime in tutto il Paese. Agli attacchi militari, devastanti e sproporzionati, che sempre più frequentemente provocano vittime civili, ci sono da segnalare  numerosi episodi di violenza ed abusi, da parte del personale militare  straniero. L’ultimo episodio risale proprio a qualche giorno fa, quando una ragazza afghana è stata pestata a morte da militari statunitensi, nei pressi di Herat.

Il governo di Washington decise nel 2001, di aggredire ed occupare l’Afghanistan per combattere il cosiddetto terrorismo internazionale. Ma dopo ben 12 anni di guerra, dopo un clamoroso ed umiliante fallimento militare, gli Usa hanno annunciato di voler incontrare i leaders dei talebani a Doha, capitale del Qatar. Poche ore dopo l’annuncio di Washington, mercoledì scorso, i talebani in un improvviso attacco notturno in Afghanistan, hanno ucciso quattro soldati americani.

Nel 2011, fu lo stesso Karzai a rifiutare di accettare le condizioni per l’apertura di un ufficio dei talebani a Doha, durante una conferenza a Bonn. Il Pakistan e il suo Interservices Intelligence (Isi), ha cercato di svolgere un ruolo di mediazione per convincere i talebani a ritornare al tavolo dei negoziati.

A quanto pare, ora sono “quasi” pronti a tornare a contrattare, e Barack Obama ha definito l’annuncio dei talebani “ un primo passo verso la riconciliazione”, ma in seguito ha avvertito che forse è troppo presto per parlare di riappacificazione. “Prevediamo che ci saranno diversi dossi per la strada”, afferma Obama durante l’incontro con il presidente francese Francois Hollande al G8, in Irlanda del Nord.

L’aggressione militare della Nato ha rimosso i talebani dal potere in Afghanistan, ma il Paese è sprofondato ancora di più nel terrore e nella violenza, depredato di ogni suo bene, tra cui la libertà.

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