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Dopo 39 anni di ipocrisia internazionale il popolo Saharawi rivendica la sua autodeterminazione

di Cristina Amoroso

La Conferenza  europea di sostegno e di solidarietà con il popolo Saharawi (Eucoco) si svolge dal 1975, costantemente, ogni anno in una diversa città europea tra cui Parigi, Barcellona, Roma, Valencia e Bruxelles. Se il popolo Saharawi ha guadagnato lentamente un evento annuale, come l’Eucoco, di dimensione globale, con partecipanti provenienti dai cinque continenti, rimane ancora uno “Stato in esilio”che vive, o meglio sopravvive, sotto le tende nei campi profughi di Tindouf (Algeria).

Quest’anno è Madrid la città europea che il 14 e 15 novembre ha ospitato la conferenza, un giorno speciale e una città speciale, perché il 14 novembre di 39 anni fa, lo Stato spagnolo, dopo avere promesso al popolo Saharawi un referendum di autodeterminazione, firmò poi un accordo tripartito con il Marocco e la Mauritania per gestire il Sahara occidentale.

Gli accordi internazionali prevedono che direttamente responsabile per la realizzazione di un processo di decolonizzazione è il Paese occupante (in questo caso è stata la Spagna). Lo Stato spagnolo è, quindi, giuridicamente e storicamente responsabile di questo processo incompiuto di decolonizzazione che ha abbandonato il popolo Saharawi nelle mani di un altro occupante, il Regno del Marocco, il diritto internazionale non riconosce la sovranità sul territorio del Sahara occidentale che occupa.

Nei territori marocchini occupati, non vengono rispettati i diritti umani e rimane la repressione brutale contro la popolazione Saharawi: arresti arbitrari, torture, carcere e morte. Il Marocco ha schierato migliaia di soldati e poliziotti nelle città e nel Sahara, scuole, collegi, controlla le strade, spiana le case, e impone un clima di terrore e paura. Un esempio è la scomparsa di 542 Saharawi dal 1975, sulla quale la Corte Nazionale spagnola sta indagando alti funzionari marocchini per i crimini di genocidio e tortura in seguito alla denuncia presentata dalle associazioni per la difesa dei diritti dell’uomo e delle famiglie dei prigionieri e degli  scomparsi Saharawi.

Il Sahara occidentale è occupato dalle forze militari marocchine e un muro di 2.720 km. (dove si concentrano più di 160mila soldati, centinaia di carri armati, cannoni antiaerei, milioni di mine e filo spinato, con una spesa giornaliera di oltre 1,5 milioni di €) divide la popolazione saharawi dai territori occupati dal Marocco, i territori liberati sono controllati dal Fronte Polisario e i campi profughi sono situati nel deserto algerino, dove fuggirono i superstiti della persecuzione dell’esercito marocchino e chi resta deve sopportare condizioni di vita estremamente dure .
Tutto questo prima del comportamento ipocrita da parte di tutti i governi spagnoli dal 1975 ad oggi. Nonostante le risoluzioni delle Nazioni Unite e del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di riconoscere il diritto del popolo Saharawi all’autodeterminazione attraverso un referendum, i vari governi degli Stati hanno collaborato con il Marocco, riarmato il suo esercito, venduto  attrezzature militari, veicoli blindati, camion militari e pattugliatori per la sorveglianza costiera. Si continua inoltre a sostenere gli accordi dell’Ue con il Marocco basati sullo sfruttamento delle risorse naturali che non appartengono (quali accordi agricoli o della pesca) al Marocco e che sono stati saccheggiati dal Regno del Marocco ai legittimi proprietari: il popolo Saharawi.

Bucharaya Beyun, delegato Saharawi in Spagna, ha criticato l’immobilismo della comunità internazionale, in particolare quello della Spagna, nella risoluzione del conflitto del Sahara, che “può spingere il popolo Saharawi alla radicalizzazione”. Bucharaya Beyun, membro della Segreteria Nazionale del Fronte Polisario, ha sostenuto che il conflitto del Sahara Occidentale è considerato a bassa intensità “non è data molta attenzione perché non c’è spargimento di sangue”.

Il ruolo che la Spagna dovrebbe svolgere nella risoluzione del conflitto viene discusso nel corso della 39^ Conferenza internazionale di sostegno e solidarietà con il popolo Saharawi. Non ci sono le riparazioni di governo all’ingiustizia dell’ultimo governo di Franco. La Spagna è parte del problema e dovrebbe essere parte della soluzione. Finora, nessun governo ha cercato di porre rimedio all’ingiustizia commessa dal governo di Franco.

Tenere Eucoco 2014 è un nuovo motivo per ribadire la necessità di porre fine alla repressione e il rispetto dei diritti umani da parte del Regno del Marocco e unire le voci delle diverse entità politiche, sociali e culturali che sostengono il popolo Saharawi denunciando l’atteggiamento ipocrita di diversi governi, chiedendo il rispetto immediato delle risoluzioni delle Nazioni Unite e il riconoscimento, come hanno fatto altri 85 Stati, della Repubblica Democratica Araba Saharawi (Rasd).

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