Donald Trump: “La tortura funziona”
“La tortura funziona e se c’è gente che uccide gli americani, devo combattere il fuoco con il fuoco. Non vedo perché non usarla”. E’ quanto ha dichiarato Donald Trump in una intervista rilasciata al canale Abc News in merito alla sua idea di lotta al terrorismo.
Il neo presidente statunitense ha successivamente aggiunto che si consulterà con i suoi uomini dell’intelligence, il direttore della Cia Pompeo ed il segretario alla Difesa John Mattis. “Mi baserò su quello che pensano i miei collaboratori, se loro non vogliono, va bene. Se invece vorranno, allora mi impegnerò anche io. Voglio fare tutto quello che mi è consentito nei limiti della legge”.
La questione nasce dalla bozza dell’ordine esecutivo presidenziale, firmato ieri, nella quale si parla di rimettere a pieno regime il carcere di Guantánamo e di riaprire le cosiddette prigioni segrete della Cia con l’eventualità di ricominciare con le pratiche del waterboarding. Pratica, tra l’altro, contestata durante l’amministrazione Bush junior e abolita dal presidente Obama nel 2009, nonché vietata dal diritto internazionale.
Per uno come Donald Trump è chiaro che determinati argomenti lasciano il tempo che trovano. Riuscire a dissuadere il pensiero di chi afferma che le foto di Abu Ghraib e Guantánamo possano essere un efficace monito, per Al Qaeda prima e l’Isis oggi, a dimostrazione di cosa è capace l’occidente, è sforzo vano. Basterebbe vedere come nei video dell’Isis i vari prigionieri decapitati sono tutti vestiti con una tuta arancione che richiama quella indossata dai detenuti di Guantánamo.
Ma funziona davvero la tortura? A parlare è la commissione del senato, quella contro la quale si è lanciato Donald Trump. Secondo il senato le commissioni di analisi che, per diversi anni, hanno studiato le pratiche di tortura ritengono che siano del tutto inaffidabili al fine di ottenere informazioni. Chi la subisce è stremato, stordito perciò incapace di pensare lucidamente e di fornire risposte equilibrate.
Come aveva già fatto più volte durante la campagna elettorale Trump ha giustificato il ricorso a questi metodi puntando il dito contro la brutalità dello Stato Islamico: “Quando tagliano la testa dei nostri e di altri, quando lo Stato Islamico fa cose di cui nessuno ha sentito dai tempi del Medioevo, cosa dovrei pensare del waterboarding? La tortura? Si, funziona.”.
di Sebastiano Lo Monaco