Diseguaglianze economiche, si amplia il divario
Le diseguaglianze economiche aumentano sempre di più, la forbice tra poveri e ricchi diventa sempre più ampia e ad aumentare sono coloro che faticano ad arrivare a fine mese. Enorme quanto? I numeri di Forbes parlano di 2153 paperoni che posseggono un patrimonio di oltre duemila miliardi di dollari. Una piramide sociale dove al vertice è concentrata la ricchezza di una piccola parte della popolazione mondiale. C’è da rabbrividire quando nel report dell’Oxfam si legge che tutte le donne del continente africano messe insieme posseggono la ricchezza dei 22 uomini più ricchi del mondo. Numeri incresciosi che sembrano lontani urlare di rabbia.
In Italia la ricchezza in possesso dell’1% più ricco supera la quota di ricchezza complessiva del 70% degli italiani più poveri. Negli ultimi 20 anni la ricchezza dei “ricchi” è aumentata del 7,6%, mentre quella del 50% dei più poveri è diminuita del 36%. In pratica una redistribuzione al contrario con i redditi che, nel 2018, collocavano l’Italia al 23esimo posto nella Ue a 28 Stati.
L’Italia è caratterizzata da persistenti condizioni economiche della “generazione dei genitori”, creando così quell’immobilità che caratterizza il Paese. In parole semplici, l’ascensore sociale si è guastato e non si vedono tecnici all’orizzonte in grado di farlo ripartire. Il figlio di un impiegato ha un reddito inferiore del 17% rispetto a quello percepito dal figlio di un dirigente anche se hanno avuto gli stessi percorsi formativi.
Diseguaglianze economiche, l’Italia fatica
Siamo indietro rispetto all’Europa, sostiene Elisa Bacciotti, direttrice campagne Oxfam Italia, le famiglie a basso reddito in Italia non supportano un figlio nel percorso scolastico, soprattutto quando si presenta un intoppo, un problema. Non ci sono supporti scolastici pubblici abilitati a sostenere le famiglie. Ecco perché l’abbandono scolastico è così alto e abbiamo un così alto numero di giovani che non studiano. Molti giovani e non solo meditano di partire in cerca di un futuro migliore. Oltre il 30% dei giovani occupati guadagna meno di 800 euro al mese, mentre il 13% degli under 29 versa in condizioni di povertà lavorativa.
E allora quelle famiglie “nuove” che dovrebbero far andare avanti l’Italia come dovrebbero nascere se non vi sono le condizioni? Purtroppo, la politica volta le spalle ai giovani spingendoli ad andare via. Parafrasando il grande film dei fratelli Coen: “L’Italia non è un Paese per giovani.”
di Sebastiano Lo Monaco