Diritti umani e il doppiopesismo dell’Onu
Non si smentisce mai il doppiopesismo adottato dalle Nazioni Unite nei confronti dei diritti umani. Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha rimosso la coalizione militare saudita che sta conducendo una brutale aggressione militare contro lo Yemen, dalla lista nera dei violatori dei diritti dei bambini.
Nel 2015, l’allora segretario generale delle Nazioni Unite aveva rimosso l’Arabia Saudita dalla stessa lista nera dei violatori dei diritti dei minori sostenendo che il regno saudita aveva minacciato di tagliare i fondi per l’Onu.
Purtroppo, alcuni Paesi membri delle Nazioni Unite stanno cercando di insabbiare i crimini del regime saudita contro i civili yemeniti dietro laute ricompense economiche. Ciò accade mentre l’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari ha annunciato che un bambino yemenita muore ogni 10 minuti per le conseguenze della guerra e del blocco imposto allo Yemen dalla coalizione saudita.
È scioccante la motivazione che ha portato la rimozione dell’Arabia Saudita dalla lista nera dei trasgressori dei diritti dei minori nei conflitti armati. Infatti, la coalizione saudita è responsabile della morte di “solo 222 bambini” nel 2019. Come non premiarli?!
Quindi, la morte di questi bambini non è importante per le Nazioni Unite. Anzi, le vittime provocate dall’Arabia Saudita sono considerate un progresso lodevole rispetto al passato. Ciò rappresenta l’ennesima prova che ci sono approcci selettivi e doppi standard sui diritti umani.
L’ipocrisia dei diritti umani
Il Progetto di localizzazione di eventi e conflitti armati con sede negli Stati Uniti, un’organizzazione no profit di ricerca sui conflitti, stima che la guerra saudita abbia causato oltre 91mila vittime negli ultimi cinque anni. La guerra ha anche messo a dura prova le infrastrutture del Paese, distruggendo ospedali, scuole e fabbriche.
Le Nazioni Unite affermano che oltre 24 milioni di yemeniti hanno un disperato bisogno di aiuti umanitari, tra cui 10 milioni che soffrono di livelli estremi di fame. Il tutto a conferma che l’ente internazionale predisposto a tutelare i diritti dei civili, in realtà è una garanzia per i regimi criminali.
di Redazione