Di tragedia in tragedia, l’Italia continua a sbriciolarsi nell’inerzia
Con tragica puntualità, le “bombe d’acqua” s’abbattono sull’Italia e sbriciolano un territorio fragile e dissestato, lasciandosi dietro morti e rovine. Mercoledì è toccato a S. Vito di Cadore, un paese della valle del torrente Boite, nel Bellunese: 100mila metri cubi di acqua e fango sono colati giù dalla montagna lungo l’alveo del torrente Ru Secco facendo tre vittime e, per come sono andati i fatti, è un miracolo che non ce ne siano state altre.
S’è subito data la colpa ai cambiamenti climatici che producono fenomeni atmosferici sempre più violenti: d’accordo, ma è l’uomo che tenacemente (e ottusamente) rifiuta di fare i conti con un ambiente che continua a saccheggiare.
Per rimanere alla Valle del Boite, sono stati segnalati 350 (350!) smottamenti, frane e colate di detriti già avvenuti, attivi o potenziali. Bene, su quel territorio così fragile, l’uomo è intervenuto con cementificazione, sbancamenti ed opere che hanno aggravato una situazione già critica di suo.
Di progetti per mettere in sicurezza l’area tanti, ma nessuno che sia mai giunto in porto a causa delle capacità tutta italiana di cavillare, di rinviare, di non decidere. E poi, diciamolo: perché ci sono sempre gli interessi di chi pretende di realizzare l’ennesima lottizzazione o una strada, infierendo su un territorio ormai al collasso.
Quella di San Vito è solo l’ultima maglia di una lunghissima catena di tragedie che punteggiano l’Italia per intero. Dopo ogni sventura si ricomincia a parlare di interventi, ci si ricorda dei rischi idrogeologici, si fanno commissioni, studi e magari si stanziano risorse che regolarmente rimangono a marcire o vengono stornate per altri fini. Di gestione del territorio, di un suo governo attuato con semplice buon senso neppure a parlarne, salvo polemizzare furiosamente alla tragedia successiva.
Inutile recriminare, l’Italia è questa: un Paese dove lo Stato è una finzione, il Governo non governa, le Amministrazioni non amministrano. Una Nazione indegna d’essere chiamata tale. Una Nazione destinata a sbriciolarsi come il suo territorio.